Il modo in cui camminiamo potrebbe essere un campanello d’allarme per la demenza. Ecco qual è l’indizio da non sottovalutare.
Riuscire a prevedere con largo anticipo eventuali problemi di salute è, senza alcun dubbio, il miglior modo per prevenirli o prenderli quando si è ancora in tempo. Ciò vale anche e soprattutto per i problemi di demenza che sono da anni sotto studio. Proprio di recente, ad esempio, è emerso che un sintomo predittivo e che non andrebbe mai ignorato risiede nel nostro modo di camminare.
Questo, infatti, potrebbe indicare proprio l’inizio di problemi cognitivi destinati a portare verso la demenza senile. Problema non ancora curabile ma sicuramente trattabile se individuato per tempo. Quello della demenza è un problema sempre più diffuso e per il quale non esiste ancora una cura. Ciò nonostante, se preso in tempo, si può rallentare migliorando di molto la qualità della vita di chi ne soffre. Per farlo, solitamente ci si sofferma su segnali chiari ed eventi di come la malattia sia già in atto.
Il segnale nelle gambe che può indicare la demenza
Dalla perdita di memoria, alla scarsa concentrazione, infatti, i segnali sono tanti e vari e tutti più noti che mai. Eppure, un recente studio sembra averne individuato uno nuovo che può predire la comparsa di demenza offrendo modo di intervenire per tempo. Sembra, infatti, che il modo di camminare sia influenzato dall’attività cognitiva e che quando risulta rallentato è spesso indicatore di qualcosa che non va.
Lo studio in questione, pubblicato su Jama Network Open e condotto dall’Università degli studi de Minnesota e dalla Monash University ha infatti analizzato oltre 17000 partecipanti con età superiore ai 75 anni, valutandone la funzione cognitiva e la velocità di andatura per 7 anni. Dalla ricerca è emerso che chi tendeva a rallentare di 0,05 metri al secondo di anno in anno presentava anche uno stato di declino mentale.
Il cervello è infatti strettamente collegato all’andatura e al ritmo e quando questi vengono a mancare o cambiano, uno dei motivi potrebbe essere proprio la demenza incombente. Da oggi, quindi, considerare anche questo aspetto potrebbe essere in grado di predire un problema che se preso per tempo e gestito con l’aiuto della dieta, l’assunzione di spirulina e dell’esercizio fisico, può migliorare per anni la qualità della via di chi ne soffre. Il tutto andando a rallentare l’invecchiamento del cervello e donando così maggior lucidità mentale, concentazione e memoria.