Nuove regole sul fronte di lavoro e stipendi? Cosa potrebbe succedere da settembre in poi in vista della Manovra Finanziaria
Quello che stiamo attraversando è un periodo caldo sul fronte dei cambiamenti che interessano il mondo del lavoro e, conseguentemente. Sul tavolo ci sono temi roventi come le imposte e gli stipendi dei lavoratori. Il motivo è legato alla Manovra Finanziaria di prossima definizione che potrebbe includere novità e modifiche radicali.
Ci sono però sei interventi specifici già previsti in manovra e che potrebbero essere attuati con un apposito decreto già nel corso del mese di settembre e che vanno analizzati uno ad uno, perché sono davvero importanti per quel che riguarda il mondo dei lavoratori dipendenti.
Lavoro e stipendi a settembre: le sei novità in arrivo
La prima novità è l’aumento del taglio del cuneo fiscale che consentirebbe, come già accaduto nel corso del 2023, di aumentare le buste paga dei lavoratori ancora per diversi mesi. Il governo sembrerebbe intenzionato a prorogare quanto stabilito a maggio con il Decreto Lavoro mantenendo al 7% e al 6% per redditi fino a 25mila e tra 25 e 35mila e usando quindi il taglio del cuneo per contrastare l’inflazione e per sostenere il potere di acquisto dei lavoratori.
Si parla molto anche di un intervento parallelo ovvero la detassazione della tredicesima, altro metodo per aumentare gli stipendi, riducendo le imposte da pagare. A dicembre si riceverebbe dunque una mensilità aggiuntiva più alta. Accanto ad questo intervento, l’esecutivo starebbe pensando ad una tassazione agevolata sui premi di produttività del 5% ma anche sul lavoro straordinario, nonché ad un’estensione dei fringe benefit.
Questo varrebbe per i lavoratori dipendenti con figli ma si sta valutando di allargare la misura a tutti. Meno probabile, al momento, anche se le cose potrebbero radicalmente cambiare, è l’introduzione di un salario minimo che farebbe fare un ulteriore balzo all’insù agli stipendi: se ne parla da mesi ed il governo non appare determinato a concretizzarlo pur avendo mostrato nelle ultime settimane le prime aperture.
Nel caso andrebbe definita la cifra oraria adeguata che potrebbe essere compresa tra 7,68 euro e 9 euro l’ora. Le altre novità faranno capo alla scomparsa definitiva del RdC. Ovvero il Supporto alla formazione e al lavoro per gli occupabili tra 18 e 59 anni, a patto di iniziare ricerca un’occupazione mediante il Centro per l’impiego. Il contributo spetta con un Isee inferiore a 6.000 euro. Ultima novità riguarda il lavoro domestico: l’intento è portare la soglia delle spese deducibili dagli attuali 1.549,37 a 3.000 euro.