Il vino sta vivendo un momento difficile perché rischia di essere distrutto: ecco tutti i dettagli su cosa sta accadendo.
Nell’ultimo periodo è scoppiato un problema molto serio che riguarda il vino e la sua produzione. Questo prodotto rischia di essere distrutto per un motivo ben preciso, che sta preoccupando non poco le tante aziende vitivinicole e i tanti fruitori di questa bevanda.
L’Italia è uno dei massimi produttori di vino, in termini di quantità e qualità. Dai dati raccolti dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) si scopre che il Belpaese si attesta al primo posto come volume stimato nel 2022. Alla fine di ottobre delle stesso anno si è stimata una produzione mondiale tra i 257,5 e i 262,3 milioni di ettolitri.
Dai numeri possiamo notare come la produzione di questo prodotto sia decisamente elevata. Questa grande quantità però fa sorgere un problema che aumenta il rischio che il vino venga distrutto. Decisione drammatica che potrebbe coinvolgere diversi paesi produttori.
I numeri che riguardano la produzione di vino fanno capire che questo prodotto è richiesto da tantissimi consumatori. Di recente però in Francia è emerso un problema proprio sulle vendite. La quantità di vino prodotto dalla nazione transalpina sarebbe troppo rispetto a quello che viene effettivamente venduto.
Avendo tante bottiglie invendute il governo francese ha pensato di destinare 200 milioni di euro per la distruzione dell’eccedenza. Questo denaro è un aiuto ai produttori che risultano danneggiati dai costi di produzione già sostenuti e dal calo sensibile della domanda. I consumatori sempre più spesso scelgono di bere la birra artigianale.
In particolare la zona di Bordeaux si mostra in serissima difficoltà in questo periodo. Le aziende francesi si stanno interrogando sulle problematiche che hanno portato al calo della domanda. A confermare le difficoltà ci ha pensato l’associazione degli agricoltori di Bordeaux che ha spiegato come la sovrapproduzione abbia portato i prezzi a calare, creando difficoltà economiche a un produttore su tre.
L’impatto di questa situazione ha coinvolto anche la più grande area vinicola della Francia, ci riferiamo alla regione sud-occidentale della Linguadoca. Il piano del governo francese è quello di acquistare le scorte e utilizzare l’alcol derivato dalla distruzione del vino per prodotti non alimentari. Si vuol fare in modo che i produttori abbiano la possibilità di trovare delle nuove fonti di reddito così da arginare la discesa dei prezzi.
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