Sui social network più riceviamo consensi, e più corriamo il rischio di diventare social-dipendenti per colpa del reward learning.
Ogni giorno gli utenti sentono la necessità di condividere almeno un contenuto sui social network riguardante la propria vita, pubblicando la foto di un pasto o l’uscita tra amici, commentando news e post o pubblicando una frase sullo stato d’animo di quel momento. La nostra vita viene condivisa praticamente online e ultimamente è stato dimostrato che ciò avviene troppo spesso e le conseguenze sono piuttosto negative.
Ci chiediamo quindi cosa è che in realtà porta ad innescare il meccanismo della ricerca continua di approvazione sui social network nella nostra psiche. Ciò che ci trascina in questo meccanismo perverso è denominato reward learning, in italiano apprendimento per ricompensa.
Cosa ci porta alla ricerca continua di like sui social
Tale dinamica viene spiegata tramite un esperimento effettuato sui topi in laboratorio a cui viene insegnato a eseguire determinate azioni dietro ricompensa, ovvero un pezzettino di formaggio. Analogamente, la stessa dinamica avviene per noi essere umani, che, proprio come cavie, impostiamo il nostro comportamento online in base alla reazione dei nostri seguaci e quindi alla ricompensa che in questo caso ci viene data dai follower, cioè i like. Più ciò che pubblichiamo viene apprezzato, più siamo stimolati a condividere; meno consensi riceviamo, meno foto carichiamo.
In uno studio pubblicato su Nature Communications, sono stati analizzati oltre un milione di post pubblicati su Instagram e altri social da più di quattromila utenti. Il risultato fa emergere un comportamento ricorrente, che i ricercatori hanno associato al meccanismo psicologico conosciuto come reward learning.
A conferma di quanto rilevato dall’analisi dei post, gli studiosi hanno sottoposto alcuni volontari a un esperimento online, in cui ai partecipanti è stato chiesto di condividere a piacimento foto divertenti e meme per ricevere commenti e mi piace da altri utenti. Il loro comportamento è stato in linea con i risultati previsti dallo studio: «I social media seguono i principi base, comuni a molte specie animali, dell’apprendimento per ricompensa», afferma David Amodio, uno degli autori.
I risultati della ricerca ci fanno capire il perché siamo sempre più dipendenti dai social network e dai dispositivi mobili e in che modo sia possibile contrastare questo eccessivo coinvolgimento e le problematiche derivanti. Secondo un dato aggiornato al 2020, i social network sono stati utilizzati da oltre quattro miliardi di persone quotidianamente anche per diverse ore. Questa tendenza risulta essere in crescita rispetto all’anno precedente anche a causa del lockdown e restrizioni anti-covid che hanno impedito la normale socialità tra le persone.