Se la cronaca nera ha su di te un certo fascino e non comprendi perché ti attirino così tanto le brutte notizie, te lo spieghiamo noi
È questa l’epoca dei video, dei programmi e dei podcast true crime, quelli in cui il relatore racconta in ogni episodio un caso di omicidio, violenza o di sparizione accaduto nel mondo, entrando nei dettagli del movente, del colpevole e della vittima. Per quanto a un primo sguardo sembri assurdo provare interesse per questo tipo di contenuto, in realtà il true crime è un genere sempre più apprezzato: un motivo c’è e non si tratta di follia.
Sarà capitato a tutti, anche scorrendo le homepage dei social network, di trovare un articolo dedicato a un incidente stradale, a un omicidio o a un fattaccio e di aprirlo subito, per leggerlo in tutti i suoi più macabri particolari. Se succede anche a te e a volte questo ti fa sorgere dei dubbi sulla tua sanità mentale, puoi stare tranquillo: ecco perché accade e perché è così comune.
Perché siamo attratti dalle brutte notizie
Uno studio condotto alla McGill University, in Canada, ha utilizzato la tecnologia del tracciamento oculare per capire a quali articoli le persone siano più sensibili. Gli studiosi hanno preso in considerazione volontari provenienti da 17 paesi diversi nel mondo, in tutti i continenti: ciò che è emerso è che, quando leggiamo le notizie sui giornali o sul web, ciò che ci attira di più sono le brutte notizie, invece di quelle belle.
Ecco quindi un primo motivo per tirare un sospiro di sollievo: non siamo i soli ad essere così interessati alle bad news! Il motivo è da ricercare proprio nella nostra tendenza naturale a ricercarle, a leggere e ad indagare: di fatto, è come se cercassimo di scoprire il modo con cui evitarle, risolverle o porvi fine.
Secondo questo studio canadese, inoltre, occorrono almeno quattro notizie positive per farcene dimenticare una negativa: le brutte notizie, quindi, permangono a lungo nel nostro cervello e in qualche modo lo plasmano, condizionandoci nelle azioni e nei pensieri.
In qualche modo, concentrandoci prima sulle notizie cattive e poi su quelle buone, ci proteggiamo dal senso di delusione che potremmo vivere nel fare il percorso inverso e, invece, ci rassicuriamo nella sensazione di stupore che proviamo quando riusciamo a leggere qualcosa di positivo. Attenzione però al condizionamento: se leggiamo sempre e solo di tragedie, sarà difficile vedere il mondo di un altro colore che non sia il nero.