Non tutti sono a conoscenza del bonus che cambierà letteralmente gli stipendi. Ecco tutto ciò che c’è da sapere al riguardo.
La crisi energetica scoppiata più di un anno fa ha messo in ginocchio le famiglie italiane che difatti non riescono più a restare in regola con i pagamenti. A tal proposito, però, può essere utile sapere che il Governo ha introdotto un nuovo bonus che cambierà letteralmente gli stipendi.
Di seguito vi sveliamo tutto ciò che c’è da sapere sull’incentivo per Quota 103. Iniziamo col dire che si tratta di una iniziativa davvero molto utile che mira a sostenere le famiglie italiane che si trovano a dover fare i conti con un aumento dei prezzi relativi alle materie energetiche e alimentari.
Quota 103, ecco cosa c’è da sapere sul nuovo bonus
Quella di cui vi stiamo parlando è il bonus Maroni che altro non è che un incentivo a Quota 103. A tal proposito, per molti sarà interessante sapere come funziona, a chi spetta e soprattutto quali sono le modalità da seguire per fare domanda. Oltre a ciò, in molti si stanno chiedendo in quale misura il bonus finirà per aumentare gli stipendi.
Tanto per cominciare, bisogna dire che la misura in esame si inserisce nell’ottica di incentivare il posticipo del prepensionamento per i dipendenti, sia pubblici che privati. In poche parole, il bonus Maroni mira a spingere le persone a continuare a lavorare anche dopo aver maturato il diritto alla pensionamento. Ad ogni modo, è importante sottolineare che l’agevolazione è destinata ai lavoratori dipendenti, sia del pubblico che del privato, che abbiano raggiunto i 62 anni di età e 41 anni di contributi, entro il 31 dicembre 2023. Alla luce di quanto detto, è chiaro che ad essere esclusi sono i lavoratori che abbiano raggiunto i requisiti per la pensione anticipata- ad esempio 42 anni e 10 mesi di contributi- dove sia assente il requisito anagrafico di 62 anni.
Da quando si applica
Il beneficio si applica a partire dalla prima decorrenza utile della pensione «Quota 103». Se il lavoratore matura 62 anni e 41 anni il 15 maggio 2023, l’incentivo decorre dal 1° settembre 2023, ovvero decorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti.
Come presentare la domanda
La domanda si può presentare anche successivamente al 31 dicembre 2023 purché non si sia ancora raggiunta l’età di vecchiaia (cioè 67 anni). Il beneficio dura fino al raggiungimento del primo tra i seguenti requisiti:
Conseguimento di una pensione diretta (es. si cambia idea e si sceglie di pensionarsi con «quota 103» o con la «pensione anticipata»);
Raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia (67 anni);
Raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia inferiori a 67 anni se applicabili nella gestione pensionistica di riferimento (es. autoferrotranvieri).
Come funziona
Su base volontaria il lavoratore riceverà in busta paga la quota di contribuzione che il datore di lavoro trattiene in busta paga. Di regola, il 9,19% della retribuzione pensionabile. Per il datore di lavoro non cambia nulla. Dovrà continuare a versare all’Inps la quota di contribuzione a suo carico (di regola il 23,81%).
L’opzione, però, non è gratuita. Sulle somme aggiuntive incassate in busta si paga l’Irpef e la pensione diminuirà. Perché l’aliquota di computo sulle retribuzioni incassate dopo l’esercizio della facoltà verrà abbattuta dal 33% al 23,81% della retribuzione pensionabile.