Tinder è l’app di dating più popolare al mondo, ma il rischio di imbattersi in profili falsi è elevato: ecco come risolvere il problema.
Nell’ultimo decennio, è stata una delle applicazioni per cellulare più scaricate in assoluto. Di gran lunga quella più utilizzata per il dating online e naturalmente con un incremento ulteriore e un boom pressoché totale dovuto alla pandemia che ci ha costretto lungamente in casa. Parliamo, lo avrete capito, di Tinder.
Il suo funzionamento, anche per i pochi che ancora non lo conoscono o non l’hanno mai utilizzato, è piuttosto semplice. Abbiamo a disposizione, sulla base delle nostre preferenze in sede di installazione per età, genere, distanza geografica e altro, profili che ci appaiono con foto in copertina e una breve descrizione. Se la persona non ci piace, con uno swipe a sinistra la ‘scartiamo’; se invece ci piace, con lo swipe a destra manifestiamo il nostro gradimento. Nel caso in cui la persona dall’altra parte ricambi l’interesse, sarà possibile iniziare la conversazione.
Un modo semplice e veloce per fare nuove conoscenze anche comodamente seduti sul divano di casa, aumentando le possibilità di incontrare l’anima gemella o una persona con cui condividere una avventura. Ma come ben sappiamo, su app del genere è possibile imbattersi in delle fregature, con profili fake. Che nel ‘migliore’ dei casi bluffano sul proprio aspetto e la propria identità, nel ‘peggiore’ potrebbero celare vere e proprie truffe.
Esiste tuttavia il modo di tutelarsi dai profili fake e scoprire se l’identità della persona in esame è reale o meno. Ora vi spieghiamo tutti i ‘trucchi’ per capirlo. In realtà basta concentrarsi su pochi ma semplici dettagli.
Occhio innanzitutto alle fotografie: in caso di poche fotografie (o peggio, di qualche personaggio famoso), di bassa qualità e ritraenti oggetti, paesaggi, frasi, è molto probabile trovarsi di fronte a un fake. Anche le informazioni personali riportate nell’app possono dirci molto: se il profilo che stiamo osservando ha molti campi lasciati vuoti, è un altro campanello d’allarme. Così come la presenza nella bio di link sospetti, o la richiesta, nel momento in cui si stia chattando, di dati personali particolarmente sensibili. Anche le risposte contraddittorie o generiche, che potrebbero essere opera di un bot, dovrebbero mettervi sull’attenti.
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