Attenzione alle insalate in busta che compriamo al supermercato: facciamo spesso un errore che dovremmo evitare assolutamente!
È da molti anni ormai che nei supermercati nel reparto ortofrutticolo, troviamo una serie di prodotti in busta già pronti da mangiare o da cuocere lavati e confezionati. Ci sono confezioni di frutta o verdura di vario tipo: il cocco, le more e i lamponi, gli spinaci o le erbette e tantissime varietà d’insalate. Quest’ultime, confezionate in monoporzioni, sono messe in ciotole di plastica che hanno anche all’interno delle aggiunte per un pasto completo: formaggio, mais, tonno e olive o con semi che vanno tanto di moda! Inoltre ti riforniscono di posate di plastica e condimento.
Le verdure in busta vengono trattate dalle aziende che le confezionano secondo delle normative di legge specifiche per tutto il settore ortofrutticolo. Tali prodotti sono suddivisi tecnicamente in prodotti di gamma: la prima gamma è la verdura fresca non confezionata. La seconda gamma le conserve. La terza la frutta e le verdure surgelate. La quarta, inoltre, è quella di appartenenza delle insalate in busta insieme a tutte le verdure confezionate pronte da mangiare. La quinta gamma è quella delle verdure in busta da cuocere.
La legge dice che i prodotti di quarta gamma, poiché si mangiano crudi, devono essere trattati dalle aziende secondo certe regole: le aziende dai produttori fino ai distributori deve essere mantenuta la catena del freddo, per l’esattezza 8 gradi centigradi. Ecco, ma è davvero così?
Come vengono trattate le insalate in fase di confezionamento e di distribuzione? E sono sicure per il consumatore?
La catena del freddo nella lavorazione deve rimanere costante perché questo ci garantisce la freschezza e l’igiene del prodotto. Nelle aziende che confezionano le verdure da mangiare crude, lavorano ad una specifica temperatura. L’insalata, arrivata dal produttore, viene lavata in grandi vasche, in cui c’è un ricambio d’acqua continuo, due volte per eliminare i residui di terra. Quindi si passa al taglio e ad un altro lavaggio, asciugatura e confezionamento. Tutto questo ad 8 gradi per evitare prolificazioni di batteri e mantenere la freschezza secondo le disposizioni di legge. Il trattamento dovrebbe rassicurarci, effettivamente sembra sia tutto regolare. Ma purtroppo non sempre è così.
Queste verdure vengono lavate accuratamente ma non in ambienti sterili. Quindi il rischio che vi sia qualche batterio è possibile. La temperatura, stabilita per legge di 8 gradi centigradi, dovrebbe evitare il prolificarsi dei batteri ma purtroppo non è mai effettivamente costante nei passaggi dal confezionamento al distributore. Anche all’interno del banco frigo del supermercato, poi. non è possibile mantenere costantemente questa temperatura! Gli imprevisti possono essere molti: un improvviso calo di tensione, ho il camion frigo che trasporta i prodotti può rimanere sotto il sole per più tempo del previsto. La raccomandazione, nonostante quello che c’è scritto sulle buste di insalate, è di risciacquare il prodotto innanzitutto, poi di controllare la scadenza e di non comprare mai buste che hanno aria all’interno perché vuol dire che hanno subito uno sbalzo di temperatura.