Se sei stato in contatto con questo prodotto chimico rischi il Parkinson, gli studi lo confermano, e i numeri sono una certezza.
Non è così assurdo aver paura di contrarre malattie preoccupanti in maniera silente. Considerando che le peggiori sono proprio quelle appunto definite “silenziose”, non ci sono dubbi sulle problematiche da affrontare. Per cui anche il Parkinson può essere legato ad un prodotto chimico molto rischioso. Nella maggior parte dei casi, né si conosce questo prodotto, né tantomeno si è a conoscenza della sua pericolosità. C’è tanto di bello nel mondo, ma anche tante cose letali per l’essere umano. Alcune volte è colpa proprio della sua azione inquinante.
Cos’è il Parkinson? Si tratta di una sindrome extrapiramidale contraddistinta da rigidità muscolare, la quale crea dei cosiddetti spasmi passivi, quelli che determinano i tremori durante lo stato di riposo. Questa condizione può peggiorare nel momento in cui si è in uno stato di ansia e di preoccupazione. La difficoltà maggiore e crescente di muoversi in autonomia è uno dei sintomi più difficili da sopportare.
Lo studio riportato oggi ha analizzato 340 mila soggetti che sono stati esposti a questo prodotto chimico molto dannoso per la salute. L’aspetto più sconvolgente è che questi nulla sapevano del pericolo che stavano correndo, e oggi ne subiscono le conseguenze.
Parkinson e prodotto chimico con rischi, ecco la verità!
Quello che bisogna precisare è che il Parkinson non lo si contrae – ovviamente – sempre in questo modo. Presentiamo uno studio che conferma come la contaminazione sia una delle cause che favoriscono la condizione, ma in tanti casi è una risposta genetica ed è determinato da tanti altri fattori. Bisognerebbe analizzare ogni situazione nello specifico. Oggi parliamo dei militari che tra il 1975 e 1985 hanno combattuto la guerra di Lejeune, in Carolina del Nord. Il corpo dei Marines in questione ne è stato grande protagonista, ma anche vittima. Lo dimostra il suddetto studio.
L’acqua dell’impianto di Hadnot Point era contaminata da tricloroetilene, cioè la trielina e altri composti organici volatili. Appunto, percloroetilene PCE, benzene e cloruro di vinile. La contaminazione dell’acqua da loro utilizzata è stata causata dalla perdita di impianti dedicati allo smaltimento dei rifiuti, e fuoriuscite di aree industriali. Nello specifico, la trielina è utilizzata proprio nel suddetto settore industriale, serve per eliminare la vernice, lavare a secco gli abiti, sgrassare persino motori e metalli. Il fatto che i militari siano stati a contatto con questa sostanza, mette paura.
Il rischio dei veterani di Camp Lejeune rimasti per 3 mesi circa nella zona è del 70% nel contrarre il Parkinson, una condizione favorevolmente più elevata rispetto a tutti gli altri che sono stati sul territorio per molto meno tempo e nel momento in cui la contaminazione non era ancora avvenuta. Nello specifico, lo studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Jama Neurology, afferma così:
<<I risultati dello studio suggeriscono che l’esposizione al tricloroetilene nell’acqua può aumentare il rischio di malattia di Parkinson; milioni di persone in tutto il mondo sono state e continuano ad essere esposte a questo onnipresente contaminante ambientale>>.