Il colloquio di lavoro, soprattutto se lo affrontiamo per la prima volta, può essere un’esperienza stressante. Come arrivare preparati e rispondere alle domande più difficili senza difficoltà?
Dopo gli esami, il colloquio di lavoro rappresenta il primo momento nel quale si verrà messi alla prova. Si tratta di un momento della vita che praticamente tutti dovranno trovarsi ad affrontare. E di un’esperienza che, se superata brillantemente, consentirà di accedere al mondo del lavoro ed avviare una proficua carriera. Specialmente quando si tratta della prima volta, però, il rischio di trovarsi a dover rispondere a domande complesse, spinose e a tratti imbarazzanti potrebbe essere concreto. Il faccia a faccia con un recruiter o con un potenziale datore di lavoro, infatti, rappresenta, da parte sua, un modo per conoscervi meglio, comprendere le vostre attitudini e capire se effettivamente siete fatti per l’impiego che viene offerto.
Come, dunque, arrivare preparati e con la risposta pronta, evitando silenzi ed imbarazzi? Vi sono quesiti che potrebbero richiedere un certo periodo di tempo di riflessione per poter fornire una risposta. Preparandosi, però, in anticipo e pianificando con attenzione il modo con cui si andrà ad affrontare il colloquio, difficilmente potrete rimanere ‘spiazzati’ da una domanda.
Attenzione anzitutto alle domande che non dovrebbero essere poste e alle quali non si è tenuti a rispondere. Ad esempio, tutto ciò che riguarda l’intenzione di convolare a nozze o di avere dei figli o, addirittura, in merito al proprio stato di salute o su eventuali malattie, sono quesiti inappropriati ed illegali nell’ambito di un colloquio di lavoro, secondo quanto stabilito dal Codice delle pari opportunità. Si tratta di domande discriminanti, tanto più qualora venisse inserita nel contratto una clausola che in caso di matrimonio lo vada a ‘risolvere’.
Passando invece ai quesiti spinosi, potrebbero essere pensate dall’intervistatore per capire come reagite alle critiche, chiaramente aspettandosi da parte vostra una reazione positiva. Il miglior modo di replicare è spiegare di essere sempre pronti ad accogliere ed accettare le critiche imparando dai propri errori, nella consapevolezza di non essere infallibili ma di volersi impegnare per migliorare sempre più
Altre domande potenzialmente imbarazzanti sono “che cosa non ti piace di questa posizione lavorativa?” o ancora “qual è il tuo reddito annuo lordo” o “quale stipendio vorresti”. Si tratta di quesiti che potrebbero portare a snervanti silenzi ma ai quali è bene rispondere. Nel primo caso evitando di sottolineare le criticità ma spiegando di non averne al momento notate e di essere pronto, qualora dovessero emergere, a segnalarle. Nel secondo caso rispondendo con molta trasparenza ed esponendo una cifra basata sulle eventuali esperienze pregresse o sulle proprie competenze.
Una domanda immancabile è “che cosa ti motiva?”. In questo caso la risposta deve essere sincera, evitando però di focalizzarsi troppo sullo stipendio mensile. Cerca, quindi, di porre l’accento sugli aspetti motivanti del possibile posto di lavoro. Dal rapporto con i colleghi, a progetti ed iniziative interessanti.
Se dovessero chiedervi se state lavorando ad altre candidature, è bene non farsi cogliere impreparati replicando che state cercando un posto di lavoro a tempo indeterminato e full time, cercando con falsa modestia di evidenziare il fatto che la tua figura professionale è piuttosto ricercata. Infine un’ultima domanda ‘spinosa’. Qualora vi si chieda cosa abbiate meglio degli altri, occorrerà prestare attenzione a non scadere nell’atto di vanità cercando invece di autopromuovervi evidenziando i vostri punti di forza ed i vostri pregi sia nel lavoro in autonomia che in team.
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