Dopo l’apertura di una tomba egizia inizia a soffrire di una malattia misteriosa. Non è l’avvincente trama di un nuovo film ma una storia accaduta realmente.
Restiamo nel campo cinematografico raccontando la vicenda con protagonista Ramy Romany, il regista che ha dichiarato di essersi ammalato misteriosamente dopo l’apertura di una tomba egizia. L’Egitto è un Paese affascinante e misterioso, da sempre ambientazione di molti film di avventura e storici. La storia dei Faraoni, delle Piramidi, dei tesori nascosti cattura l’attenzione di tante persone che sognano come meta ideale di una vacanza questa terra calda e culturalmente ricca di storia.
Cleopatra, Assassinio sul Nilo, Omicidio al Cairo, La Mummia, Asterix e Obelix sono solo alcune delle pellicole che hanno come sfondo il misterioso Egitto. E più di un film narra della storia di una maledizione legata all’apertura di una tomba egizia. Famosa la leggenda della maledizione di Tutankhamon con morti sospette ed eventi misteriosi che avrebbero colpito chiunque avesse disturbato il sonno del faraone. Si aggiunge, ora, il racconto del registra ed egittologo Ramy Romany a gettare nuova luce sui misteri dell’Egitto.
Ramy Romany ha raccontato la sua storia nel programma televisivo di Discovery Channel Mummies Unwrapped. Era il 2019 quando ha reso noto l’evento. Il regista stava girando un documentario filmando un episodio su alcuni resti mummificati quando ha iniziato a sentirsi molto male.
L’uomo racconta di essere entrato con il team in una tomba egizia chiusa da anni. All’apertura della porta la gente del posto si è allontanata per non rischiare di incontrare serpenti o di rimanere colpiti da una maledizione. Il team ha proseguito scendendo scale e camminando per molto tempo nella tomba polverosa. Più tardi, sulla strada verso il Cairo, Romany ha iniziato ad accusare un forte malessere.
Febbre alta fino a 42° e tosse con sangue, questi i sintomi che hanno impensierito il registra ed egittologo. Escludendo che si tratti di una maledizione, i problemi di salute possono essere ricondotti al fatto che quel luogo polveroso era chiuso da 600 anni. Migliaia di agenti patogeni fungini avranno invaso quella tomba (così come sono stati ritrovati in molte altre antiche tombe).
Ci sono voluti quattro giorni per riprendersi dal malessere generale. Una malattia che a detta del registra rimane sconosciuta ma che non da adito alla presenza di una maledizione dato che nessun altro membro del team ha presentato sintomi simili. D’altronde anche per la maledizione di Tutankhamon è stato dimostrato come le presunti morti legate al ritrovamento della tomba non avevano nulla di fondato. Dei protagonisti sono morti, sì, ma per cause del tutto naturali e molte dopo 24 anni dallo scavo. Un tempo troppo lungo per una vendetta di un Faraone!
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