Pausa al lavoro, bella frase da pronunciare, ma sei certo di farla nel modo giusto? Ecco la verità che nessuno ti racconta!
Lo stress non fa bene, quindi non diventare uno stacanovista masochista o ancora peggio, vittima del tuo datore di lavoro! La questione della pausa al lavoro per quanto possa sembrare “scontata”, è in realtà ancora oggi fonte di dibattito. Inutile negare, ci sono dei contesti quotidiani nei quali il semplice andare a prendere un caffè alla macchinetta crea non pochi disagi. La ragione? Si temono ripercussioni! Non tutti gli ambienti sono così, ma in certi casi il break sembra più un capriccio da soddisfare in pochi minuti, quando invece dovrebbe durare molto di più. A questa categoria di lavoratori consigliamo cosa fare, perché rivendicare i propri diritti è una battaglia che va perseguita con insistenza sempre.
Anche perché lavorare troppo non fa bene a nessuno. In primis, danneggia la salute emotiva, psichica e fisica del dipendente, e di conseguenza inficia indirettamente anche il datore di lavoro avido. Nessun lavoratore stanco, malmesso ed insoddisfatto lavora bene, qualsiasi sia il contesto. Mantenere ritmi pesanti è disumano! Capita soprattutto nel settore privato di vedere operatori o commessi stressati e stanchi a causa di orari poco consoni. Qual è la prima conseguenza? Manifestare malessere, anche solo con un atteggiamento indisponente verso i clienti. Di conseguenza, questi ultimi sono coloro i quali giurano dicendo: “Qui, non ci torno più!”
Chi è che alla fine ci ha rimesso in termini di profitto? Si potrebbero fare anche tanti altri esempi, ma alla fine concluderemmo il nostro discorso affermando che la pausa lavoro è sacrosanta! Allora, come si possono far valere i propri diritti, senza aver paura di conseguenze terribili? Questa guida risolve tutti i tuoi dubbi.
Pausa al lavoro, ecco la verità che nessuno dice: falla nel modo giusto!
Il primo aspetto da confermare è che quanto stiamo per ribadire è confermato a livello nazionale mediante contratti collettivi di lavoro. Quindi, è certo che la pausa lavoro è da fare, soprattutto c’è un altro dettaglio che spesso non viene considerato, o forse dato per scontato. Si tratta del fatto che tutto si disciplina in maniera proporzionale alle ore di lavoro, e che se una data pausa corrisponde ad un certo quantitativo di tempo, questo può variare, ma solo per aumentare, mai per diminuire! Di conseguenza, la pausa lavoro non può mai durare meno di quanto predisposto, è illegale. Ecco quelle che sono le tempistiche che i datori di lavoro devono rispettare per legge.
Trattiamo il caso di un lavoratore dipendente che lavora 6 ore consecutive, ha diritto a una pausa di minimo 10 minuti. Questi di norma non sono retribuiti, a meno ché non sia predisposto diversamente dal CCNL. Ciò è predisposto dai contratti collettivi di lavoro sopracitati, ed anche dagli accordi aziendali, i quali come già detto possono intervenire solo per aumentare, mai per ridurre. Diversa è l’attenzione in merito alla pausa dei videoterminalisti, cioè di chi lavora con apparecchi videoterminali ed attrezzature annesse con schermi alfanumerici e grafici per almeno 20 ore settimanali.
Alle persone che lavorano soprattutto davanti al pc spetta una pausa di ben 15 minuti ogni 2 ore di prestazione continuativa. Il fine è quello di evitare affaticamenti alla visione e conseguenze problematiche inerenti la salute. Dal mal di testa, all’abbassamento della vista. Dal video si evince un’ulteriore spiegazione:
@robertalazzeri_cdl “𝗟𝗔 𝗣𝗔𝗨𝗦𝗔 𝗔 𝗟𝗔𝗩𝗢𝗥𝗢 𝗤𝗨𝗔𝗡𝗧𝗢 𝗗𝗨𝗥𝗔 ?” 🕑 Secondo la legge sull’orario di lavoro, se l’orario giornaliero supera le 6 ore il lavoratore ha diritto a una pausa di almeno 10 minuti, per recuperare le energie psico-fisiche, consumare il pasto e attenuare il lavoro ripetitivo e monotono. La norma, non prevede che la pausa debba essere indennizzata; inoltre, non stabilisce nemmeno quando la pausa vada fruita dal lavoratore, ma impone soltanto un momento di inattività, pari a un minimo di 10 minuti, nell’intero arco lavorativo giornaliero. ❗️I contratti collettivi possono, comunque, prevedere delle pause maggiori rispetto alla normativa generale e possono prevedere che il dipendente sia retribuito durante l’interruzione 🖥️ Se il lavoratore è un videoterminalista cioè lavora per almeno 20 ore a settimana davanti a un pc o a un altro tipo di videoterminale ha diritto ad una pausa pari a 15 minuti ogni due ore. La pausa da 15 minuti, a differenza della pausa minima di 10 minuti, è retribuita come normale orario di lavoro: tuttavia, non comporta necessariamente il riposo del dipendente, ma è sufficiente che questi non lavori davanti a uno schermo; pertanto, il lavoratore può essere adibito, durante questo tipo di pausa, ad una mansione che non comporti l’uso del videoterminale. ⛔️ Il diritto alle pause minime previste dalla normativa è irrinunciabile e non può essere monetizzato: di conseguenza, è esclusa la possibilità che il datore offra al lavoratore un’indennità sostitutiva della pausa non goduta. #lavoratori #lavoro #pausa #orariodilavoro #consulentedellavoro #foryou #informazione #dipendenti #aziende ♬ Summer day – TimTaj
Quanto esposto è il modo per far valere i propri diritti davanti ai datori di lavoro che poco considerano la salute del dipendente. Il lavoro nobilita l’uomo, ma quando l’opera compiuta è svolta in condizioni dignitose, cioè che non ledono in alcun modo la persona.