Solo chi ne soffre sa quanto l’insonnia sia devastante in termini di impatto sulla qualità della vita. Un nuovo studio scientifico però alza il livello di allarme, evidenziando un nesso tra il disturbo del sonno e il rischio di infarto.
L’igiene del sonno e la qualità del riposo notturno sono fondamentali per uno stile di vita sano ed equilibrato. Non a caso i cardiologi americani dell’American Heart Association le raccomandano nei loro “Life’s essential 8”, le priorità assolute che ogni essere umano dovrebbe rispettare. Ma c’è di più: chi dorme poco e male è più esposto al rischio di infarto, una delle principali cause di morte in Italia e non solo. Ecco i dati da non sottovalutare.
A individuare l’insonnia quale fattore di rischio infarto, soprattutto tra la popolazione femminile, è stata un’équipe di ricercatori che ha condotto un’ampia review per analizzare dati provenienti da nove studi, con un campione complessivo di oltre 1 milione di persone affette da insonnia. Lo studio, presentato all’incontro annuale dell’American College of Cardiology, sta ora destando l’attenzione della comunità medica e scientifica, data la diffusione dei disturbi del sonno nella nostra società.
Soffrire di insonnia fa aumentare del 69% il rischio di andare incontro a un infarto, secondo quanto emerge dalla suddetta review. Lo studio, coordinato da Yomna E. Dean dell’Università di Alessandria d’Egitto e da poco pubblicato sulla rivista Clinical Cardiology, ha evidenziato che le persone con problemi di diabete e insonnia presentano il doppio delle probabilità di subìre un attacco cardiaco, così come chi dorme non più di cinque ore a notte. Indipendentemente dal fattore anagrafico, inoltre, l’infarto si verifica più spesso tra le donne.
I ricercatori hanno valutato i dati relativi a 1.184.256 adulti, di cui il 43% donne. L’età media del campione è di 52 anni e il 13% soffre di insonnia (esclusi i soggetti con apnee notturne). Dall’analisi sono emersi casi di infarto tra 2.406 su 153.881 pazienti con insonnia e 12.398 su 1.030.375 pazienti senza insonnia .
Sulla base dei dati aggregati è quindi emersa un’associazione statisticamente significativa tra insonnia e infarto, anche dopo aver controllato altri fattori che potrebbero rendere più probabile un attacco cardiaco, come età, sesso, comorbidità e fumo. E il nesso tra insonnia e infarto si riscontra in tutti i sottogruppi di pazienti, selezionati per età più giovane e più avanzata (sotto i 65 anni e sopra i 65), durata del follow-up (più o meno di cinque anni), sesso maschile e femminile e comorbidità comuni (diabete, ipertensione o colesterolo).
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