Papa Francesco parla di politica, ma non è come sembra: il programma di Governo del Pontefice per rivitalizzare le parole del Vangelo
“Sì, faccio politica. Perché tutti devono fare politica. Il popolo cristiano deve fare politica” annuncia papa Francesco. “Quando leggiamo ciò che disse Gesù, vediamo che era coinvolto nella politica” ha poi continuato. Ma il Papa si è riferito saggiamente alla politica al tempo delle polis, quando a farla erano gli intellettuali, gli illuminati, quando si trattava proprio di uno stile di vita della città, una comunione di dialoghi costruttivi. I partiti, invece, nascono nel momento dell’affermazione della democrazia e quindi quando il governo diventa responsabile verso il voto degli elettori. In Italia, in particolare, si può parlare di partiti politici moderni a partire dal 1892, quando venne fondato il Partito Socialista Italiano.
“Quello che non faccio io, né dovrebbe fare la Chiesa, è la politica dei partiti” ha spiegato ancora il Papa. “Ma il Vangelo ha una dimensione politica, che è quella di convertire la mentalità sociale, anche religiosa, delle persone”. Il discorso di Papa Francesco è presente in un passaggio del nuovo libro “El pastor” (Il pastore), in uscita in Argentina a firma dei giornalisti Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin, che hanno intervistato il Pontefice sui progetti che vuole portare avanti nel suo ‘mandato’.
Papa Francesco ha voluto rispondere così a chi lo ha accusato di far politica e di mettere voce in contesti societari che non gli dovrebbero competere. Con il nuovo volume, Francesca Ambrogetti, ex responsabile dell’ANSA in Argentina, e Sergio Rubin, del quotidiano El Clarin, tornano sulla figura di Jorge Mario Bergoglio, scritto nel 2010 quand’era arcivescovo di Buenos Aires e diventato bestseller mondiale nel 2013 con l’elezione a Papa.
“Il mio programma di governo è quello di eseguire quanto dichiarato dai cardinali nelle congregazioni generali alla vigilia del conclave”, e quindi “rivitalizzare l’annuncio del Vangelo, ridurre il centralismo vaticano, bandire la pedofilia” spiega il Pontefice, convinto dei suoi obiettivi. “E soprattutto combattere la corruzione economica!”.
Così quanto riferito nel testo anticipato dall’Ansa. La concentrazione della ricchezza e la disuguaglianza sono aumentate, e continueranno ad aumentare nel tempo, è questo ciò che la Chiesa dovrebbe combattere. La ricchezza, insomma, “deve essere sempre partecipativa. Se si chiude su se stessa, fa male, o almeno è sterile, non è feconda”.
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