Cantante pop di fama nazionale, Ermal Meta ha un vasto seguito di affezionatissimi. Nelle ultime ore si è lasciato andare: ecco il suo passato
Dalla voce inconfondibile, che sa raggiungere note altissime, e dalla profondità di testi rara, Ermal Meta è un artista molto apprezzato in Italia. La sua delicatezza, sia nel modo di fare che in quello di porsi sul palco, lo rende sempre elegante e mai fuori dalle righe, o esagerato. Invitato da Le Iene durante la trasmissione, si è lasciato andare a un racconto sul suo passato.
La sua carriera inizia nei primi anni Duemila, quando fa parte di due gruppi musicali, Ameba 4 e La Fame di Camilla. A partire dal 2013 intraprende la strada da solista, che gli frutta grandissimi successi: nel 2018 vince anche il Festival di Sanremo in coppia con Fabrizio Moro con il brano “Non mi avete fatto niente“. Nel suo passato, però, si cela un dolore che non passerà mai: ne ha parlato proprio lui.
Ermal Meta, dall’Albania all’Italia: il racconto
Sebbene parli italiano perfettamente, Ermal Meta in realtà è nato in Albania, per la precisione a Fier, una città a 100 chilometri sud-ovest da Tirana. Qui è rimasto fino all’età di 13 anni quando la madre ha deciso di intraprendere la strada più coraggiosa che ci fosse, ma anche l’unica possibile: l’emigrazione.
Con i suoi fratelli, infatti, ha vissuto un’infanzia difficile a causa del padre, da lui più volte definito violento. Se oggi è però un uomo libero e realizzato è solo merito di sua mamma, il cui viaggio ha raccontato a Le Iene in un monologo emozionante. “Un giorno, per strada, uno sconosciuto la avvicina e le dice che ha sentito delle cose, cose orribili che stanno per succederle. Lei si spaventa, ma gli crede” racconta, spiegando come quell’uomo le abbia offerto di recuperarle dei passaporti stranieri.
Sebbene lei abbia qualche timore si fida e, il giorno dopo, gli porta delle fototessere: in pochi giorni, ha un passaporto pronto. Lascia i suoi figli e sale sul primo traghetto che trova e che la porta a Brindisi. Qui, però, ogni documento viene controllato meticolosamente e un ufficiale si accorge che il suo è falso. L’uomo la prende quindi in disparte e le dice che deve farla rimpatriare, ma lei estrae una fotografia dei suoi figli e dice all’ufficiale che, se rientra, per loro non ci sarà futuro.
L’ufficiale quindi indugia ma, dopo un attimo di silenzio, apre il passaporto e glielo timbra, dando di fatto inizio alla sua nuova vita e a quella dei suoi figli. “Due atti di gentilezza salvarono quattro vite. Tra quelle vite c’era anche la mia. Siate gentili. Potreste salvare qualcuno” ha quindi concluso Ermal Meta, che mai si dimenticherà di quell’uomo che fornì a sua mamma il passaporto falso e di quell’ufficiale che la fece entrare in Italia.