Con il morbo di Alzheimer, i malati perdono progressivamente la memoria, tanto da non essere in grado nemmeno di riconoscere i congiunti e i familiari più stretti
Una malattia che colpisce sempre più persone. Che provoca grande sofferenza, non solo, evidentemente, in chi ne è affetto, ma anche in chi sta vicino a un malato di Alzheimer. Fortunatamente, su questo e altri mali, la ricerca scientifica non si ferma mai. E, quindi, oggi la scienza è in grado di metterci in guardia circa uno dei primi sintomi di questo morbo.
Si tratta, infatti, di una malattia subdola, che compare in maniera inaspettata e con sintomi e segnali che all’inizio sembrano apparentemente insignificanti. Per questo non si deve sottovalutare alcunché. E poi non credere, come invece pensa la maggior parte della gente, che sia un male che colpisce solo gli anziani. Perché purtroppo le ultime ricerche dimostrano che l’età media si sia abbassata notevolmente. Tra i fattori di rischio, l’ipertensione, il colesterolo alto e il diabete.
Con il morbo di Alzheimer, i malati perdono progressivamente la memoria, tanto da non essere in grado nemmeno di riconoscere i congiunti e i familiari più stretti. Per questo si tratta, come dicevamo, di una malattia che provoca forse anche maggiore sofferenza in chi sta vicino a coloro i quali vengono colpiti.
La demenza di Alzheimer oggi colpisce circa il 5% delle persone con più di 60 anni e in Italia si stimano circa 500mila ammalati. Recenti studi scientifici ci dicono che vi è, in particolare, un sintomo da non sottovalutare.
Demenza di Alzheimer: il sintomo da non sottovalutare
Un recente studio statunitense, infatti, ha concentrato l’attenzione sugli occhi, che, se ben osservati, potrebbero già dirci che siamo a rischio o che, peggio ancora, la malattia è già nata in noi. La ricerca ha esplorato come l’occhio può aiutare a diagnosticare la malattia di Alzheimer prima che i sintomi inizino. Quando, infatti, si inizia a perdere la memoria, significa che la malattia è già in uno stato molto avanzato.
La malattia di Alzheimer inizia nel cervello decenni prima dei primi sintomi di perdita di memoria. E gli occhi, come sappiamo, non mentono. Uno studio pubblicato nelle scorse settimane ha studiato i cambiamenti della retina e li ha correlati con i cambiamenti in parti del cervello chiamate cortecce entorinale e temporale, un hub per la memoria, la navigazione e la percezione del tempo.
Lo studio ha scoperto che l’atrofia dei tessuti e l’infiammazione nelle cellule nella periferia estrema della retina erano i più predittivi dello stato cognitivo. Nuovi test oculistici potrebbero essere ben posizionati per aiutare nella diagnosi precoce.