Adori la pizza bruciata? Da oggi non corri più alcun pericolo. Il nuovo studio cambia tutte le carte in tavola

Se ami la pizza bruciata ma hai sempre paura che abbia conseguenze negative per la tua salute, puoi tirare un sospiro di sollievo: ecco lo studio

Ognuno ha i propri gusti e, per quanto quelli altrui sembrino sempre strani, in realtà sono tutti validi e per ogni persona i propri sono indiscutibili. Chi ama il gusto del bruciacchiato, sa quanto la pizza cotta troppo sia irresistibile: di fatto, però, la paura che il cornicione bruciato faccia male alla salute spesso spinge anche chi lo ama a lasciarlo da parte e avanzarlo. Recenti studi affermano il contrario: nessun pericolo.

Pizza bruciata: non c'è più pericolo
Pizza bruciata: il nuovo studio cambia tutto, non fa male (parolibero.it)

Se c’è chi ordina e ordinerà per sempre la classica margherita, altri adorano invece spaziare tra gusti e ingredienti diversi, giocando con gli abbinamenti e i sapori migliori. La pizza in Italia è un culto, una tradizione culinaria intramontabile e non ci si metterà mai d’accordo su quale sia la migliore, se quella sottile o quella spessa, leggera o più importante. Recentemente, alcuni studi hanno voluto capire l’impatto del cornicione bruciacchiato sulla salute: ecco le scoperte.

Pizza bruciata? No problem, la salute non è a rischio

A condurre lo studio è stata l’Accademia dei Gergofili e vi ha preso parte anche Enzo Coccia, un noto pizzaiolo italiano, insieme al professor Paolo Masi dell’Università Federico II di Napoli. I risultati sono stati presentati al convegno “Pizza napoletana tra tradizione e innovazione“: tema centrale è stata la cottura a legna della parte del cornicione.

Pizza bruciata: non c'è più pericolo
Pizza bruciata: il nuovo studio cambia tutto, non fa male (parolibero.it)

Secondo quanto emerso, la quantità di acrilammide contenuta anche nella parte più esposta al calore, cioè il cornicione, è bassa. L’acrilammide è la sostanza chimica che si forma nei prodotti a base di amido durante la cottura ed è, secondo i più recenti studi, correlata a un maggior rischio di cancro. Di fatto, però, la pizza sta a contatto con le alte temperature del forno a legna solo 90 secondi. “Gli studi dimostrano che la superficie della pizza che si brucia è inferiore al 3% sulla quantità di peso e non per unità di superficie. Quindi possiamo mangiare tranquillamente la pizza” conclude Paolo Masi, professore presso la Federico II di Napoli.

A confermare questa ipotesi anche Enzo Coccia, il pizzaiolo che ha avuto l’onore e l’onere di preparare i campioni analizzati durante questo studio. Le sue pizze hanno confermato quanto già precedentemente ipotizzato dai ricercatori: la quantità di acrilammide che si produce sulla pizza e sulle sue parti bruciacchiate è bassissima e non costituisce quindi un pericolo per la salute.

 

Gestione cookie