C’è un modo per evitare di giustificare i tanti bonifici, ma solo se si è sposati: il sostegno economico lontano dal Fisco
Nella quotidianità della vita di coppia, nello specifico nel matrimonio, il sostegno economico tra i due coniugi rientra nella normalità del rapporto. Lo spirito collaborativo si manifestano non soltanto nella quotidianità affettiva, ma anche economica. Dopo anni di vita insieme si decide di dividere tutto e come tutti i casi, c’è anche in questo il pro e il contro. Il contro sta nel fatto che da un momento all’altro la relazione potrebbe naufragare, perché come si sa nulla è per sempre (o quasi), dall’altra invece c’è il sostegno ambo le parti e in questo modo è anche più facile vivere in serenità.
I trasferimenti in contanti di entità modesta non creano certamente problemi dal punto di vista legale, fanno parte della relazione matrimoniale. Ma cosa accade se il trasferimento avviene per somme più elevate attraverso bonifico bancario o postale? La situazione potrebbe essere rilevante se le somme iniziano a diventare notevoli? Può capitare che lo scambio tra consorti assuma proporzioni tali da giustificare l’intervento dell’Agenzia delle Entrate.
I controlli dell’ente arrivano ogni 5 anni (mediamente) e spesso si può incappare in problemi e in controlli più approfonditi quando si notano spostamenti continui o comunque frequenti di ingenti somme di denaro tracciabili, quindi da un conto all’altro. Ogni bonifico ricevuto da terzi deve essere giustificato all’Agenzia delle Entrate. In realtà in pochi sanno che tale norma si attenua nello scambio di bonifici tra coniugi.
I soldi scambiati tra i coniugi sui loro conto correnti possono essere anche continui e ricorrenti, ma come si fa a far capire all’Agenzia delle Entrate che il denaro è per la famiglia?
In sostanza, l’Agenzia delle Entrate ha l’obbligo di controllare tutti gli scambi di bonifici per finalità fiscali e reddituali. Quando però si è in contesti familiari è possibile che i due coniugi si scambino spesso ingenti somme di denaro per il pagamento di affitti, auto, scuola e via discorrendo. Questo passaggio di denaro tra conti correnti potrebbe insospettire l’Agenzia dell’Entrate portando a controlli più dettagliati. Come fare a far capire che i soldi che vengono scambiati in realtà rimangono nel contesto familiare? L’importante è compilare bene la causale.
In sostanza, bisogna specificare bene la motivazione del trasferimento di denaro come per esempio: quota spese per la famiglia, quota per l’acquisto dell’auto, quota bollette, eccetera. Dunque il bonifico tra coniugi si presume debba essere considerato una donazione e non un pagamento. Queste donazioni tra coniugi sono tassate al 4 cento ma solo in caso di cifre ingenti. Infatti la tassazione parte solo se il valore del bene donato va oltre un milione di euro, insomma si può stare sicuri che giustificando con le causali reali e giuste non si rischiano sovrapprezzi. È sempre importante ricordare, però, che le donazioni non potranno essere recuperate in caso di separazione o divorzio a meno che quest’ultimo non avvenga per via di offese gravi, danni, o reati.
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