L’amatissimo cantante Massimo Ranieri è rimasto devastato tempo fa dalla scomparsa di Giampiero Artegiani, autore tra le altre di ‘Perdere l’amore’. Scopriamo meglio chi era questo personaggio spesso rimasto dietro le quinte rispetto alle grandi star della musica italiana.
Il pubblico di massa non è solitamente interessato a ciò che succede dietro le quinte del mondo dello spettacolo. Nel cinema ad esempio, tutti gli onori vanno agli attori protagonisti, star che vengono elette come simbolo di una produzione e che – grazie al sistema dello star system creato ad Hollywood già nell’epoca d’oro del cinema americano – rappresentano una delle principali attrazioni per il pubblico nelle sale. Da qualche tempo a questa parte, ma si tratta più di un riconoscimento da parte dei cultori di cinema, ad attrarre pubblico è anche il nome del regista.
Mostri sacri come Quentin Tarantino, Steven Spielberg, James Cameron e Christopher Nolan richiamano al cinema milioni di appassionati chiunque sia la star chiamata a recitare il ruolo di protagonista. In Italia succede qualcosa di simile per i film di Bertolucci, Tornatore e Sorrentino, registi che hanno guadagnato il titolo di “maestri” e che fanno quelli che vengono da noi chiamati “Film d’autore”. Chiaramente è difficile vedere in film di questi registi attori di basso profilo al giorno d’oggi, ma i loro nomi rappresentano una diversa faccia di quello star system ideato per veicolare il marketing e diffondere la cultura cinematografica.
Difficilmente, però, c’è qualcuno che è a conoscenza di chi è l’autore della sceneggiatura di un film. La sceneggiatura è fondamentale per una pellicola e fa la differenza tra un film banale per contenuti e dialoghi ed un film di qualità. Un altro aspetto che non viene quasi mai considerto è il montaggio, eppure un montaggio sbagliato può rendere noioso, lungo e pesante una pellicola di un’ora e mezza o al contrario far sembrare una più un film di oltre tre ore. Chi si occupa di questi aspetti è noto e riconosciuto all’interno del settore, ma ignorato e non idolatrato dal pubblico di massa.
La stessa cosa accade nel mondo della musica. Chi viene celebrato è l’interprete, ovvero chi mette il proprio volto davanti alle telecamere e al pubblico, colui che con la sua voce e la sua interpretazione rende immortale un pezzo. Se nel cinema una buona sceneggiatura e un’ottima regia possono essere rovinate da un’interpretazione attoriale scadente, lo stesso può capitare nella musica, dove l’artista, il cantante con la propria interpretazione rende memorabili le parole e adorna la musica con il suo canto.
Massimo Ranieri è un’artista con una voce bellissima, profonda, un cantante che avrebbe potuto benissimo cantare in un’opera lirica e sul cui talento c’è poco da discutere. Eppure la sua carriera ha subito una battuta d’arresto e per lungo tempo c’è stato il richio che quel talento così puro venisse dimenticato. Se così non è stato è perché nel 1988 ha vinto il Festival di Sanremo con la canzone ‘Perdere l’amore’. Un brano iconico della storia della musica italiana, che è rimasto impresso nella memoria collettiva proprio per la profondità del suo testo.
Se è vero che un altro cantante non sarebbe riuscito a dare lo stesso pathos a quella canzone, è vero altrettanto che con un testo di minore impatto probabilmente Ranieri non avrebbe vinto. Il merito è dunque da suddividere al 50% tra il cantante e l’autore del testo: Giampiero Artegiani. Ranieri ne era consapevole ed infatti lo ha più volte ringraziato per aver contribuito al suo ritorno trionfale in scena. Artegiani era già un autore affermato e negli anni ha scritto pezzi straordinari anche per Michele Zarrillo, Silvia Salemi e Franco Califano. Il suo lavoro era talmente apprezzato dalla critica che nel 2018 gli è stato conferito l’ambito premio ‘Dietro le Quinte’ proprio al casinò di Sanremo.
Purtroppo l’autore è venuto a mancare nel 2019 a causa di una lunga e brutta malattia. La sua scomparsa ha gettato nello sconforto i familiari, ma anche tutti gli artisti che avevano collaborato con lui e avevano imparato non solo a stimarne il lavoro ma anche ad amare la persona. Dopo la sua morte Massimo Ranieri ha voluto ricordare l’importanza nella sua vita e nella sua carriera dello stimato autore: “Devo a lui la mia rinascita. Se oggi sono qui è grazie a Giampiero Artegiani…Per me era un amico, una persona riservata e simpaticissima, dolcissima. Avevamo una grande sintonia. Ovviamente vivrà sempre nei cuori delle persone che lo hanno amato e stimato…”. Su quella canzone così importante ha poi aggiunto: “L’arrivo nella mia vita di ‘Perdere l’amore’ è stato quel momento di cui si dice ‘quando passa l’Angelo e dice amen‘. Questa canzone ha ridato linfa vitale al Massimo Ranieri cantante”.
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