Nel corso dell’ultima puntata di Non è l’Arena, Massimo Giletti rimane sconvolto da ciò che accade in diretta: la frase è gravissima.
La puntata di Non è L’Arena di questa settimana non poteva non essere concentrata principalmente sull’arresto di Matteo Messina Denaro, esponente di spicco di Cosa nostra implicato nel rapimento e nell’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo e colpevole di decine di altri omicidi per i quali adesso che è stato arrestato sconterà una condanna a vita in carcere. Il boss è anche implicato negli attentati di inizi anni novanta ed è ritenuto il vero gestore degli affari della mafia dopo l’arresto di Bernardo Provenzano.
Come sempre in questi casi di arresti di boss mafiosi avvenuti dopo decenni di latitanza, ci si chiede come sia stato possibile che la polizia e le forze dell’ordine non siano state in grado di individuare gli obiettivi. In quest’ultimo caso la domanda si fa ancora più scottante visto che, stando alle testimonianze emerse in questi giorni, Messina Denaro non faceva molto per celarsi alle autorità e, a differenza di altri superlatitanti, pare abbia vissuto una vita normale, alla luce del giorno. Com’è possibile dunque che tutti sapessero e nessuno abbia mai parlato? Com’è possibile che tutti sapessero tranne le forze dell’ordine?
Queste alcune delle domande a cui ha cercato di rispondere Massimo Giletti durante l’ultima puntata del suo talk show di approfondimento. Lo ha fatto ponendo apertamente il dubbio il lavoro svolto da alcuni esponenti della politica e delle autorità giudiziarie, riproponendo la questione mai risolta della connivenza tra alcuni esponenti delle istituzioni pubbliche e la mafia.
La lettera di Maria Sodano, moglie dell’ex prefetto di Trapani
Per aprire l’argomento, il conduttore ha letto alcuni estratti della lettera che Maria Sodano, moglie dell’ex prefetto di Trapani, ha scritto per l’Espresso. In questa la donna evidenzia la sua convinzione che la lunga latitanza di Matteo Messina Denaro sia stata favorita da esponenti della politica corrotti: “La lunga latitanza di Matteo Messina Denaro è frutto di coperture e fiancheggiatori, soprattutto all’interno di un mondo istituzionale politico corrotto e connivente che stenta a venire allo scoperto”.
L’accusa della moglie dell’ex prefetto Sodano è grave e, nonostante non faccia apertamente il nome, si associa ad un’accusa diretta ad un politico in particolare: “Ho sempre ritenuto che si sarebbe giunti alla cattura di Matteo Messina Denaro conseguentemente all’arresto per concorso esterno in associazione mafiosa di un noto soggetto appartenuto alle istituzioni“. Maria Sodano non fa il nome, ma dà degli indizi per cercare di far capire a chi si riferisca. Ci dice che proprio grazie ai ruoli ricoperti ha agito indisturbato, consapevole di avere “carta bianca” nel prendere delle decisioni a lui e ai suoi soci convenienti nel settore della giustizia, ovviamente, ma anche in quelli degli affari e della politica. Tale potere gli avrebbe permesso di liberarsi di chiunque fosse scomodo prima che arrivasse alle prove necessarie ad incastrarlo.
Massimo Giletti chiede agli ospiti chi sia il soggetto che ha protetto Matteo Messina Denaro
Dopo aver letto gli estratti della lettera aperta pubblicata da ‘L’Espresso‘, Massimo Giletti si rivolge ad una delle esperte chiamate a parlare della connivenza tra la mafia e le istituzioni politiche, Sandra Amurri, la quale esordisce spiegando chi fosse Maria Sodano, il che ha fatto imbestialire il padrone di casa: “Certo, l’ho detto un minuto fa, se vogliamo ripeterlo…”. Spiazzata dalla reazione, questa chiede al conduttore di poter finire il suo intervento per arrivare al punto, ma Giletti è impaziente e le dice: “A chi si sta riferendo?”.
L’ospite la prende con filosofia e dopo aver ribadito che se le dà il tempo di articolare il discorso arriverà al punto, spiega: “Il dottore qui ne è a conoscenza perché è stato a capo di quella indagine, ha sequestrato la ‘Calcestruzzi ericina‘ di Virga e da lì, sottosegretario all’interno, ha richiamato più volte Sodano perché stava permettendo alla Calcestruzzi di continuare a lavorare – perché nel frattempo era passata allo Stato e dunque conveniva – ed ha aggiunto ‘Sappia che io sono la persona deputata alle nomine e ai trasferimenti’, tempo qualche mese il ministro dell’Interno Pisano ha firmato il trasferimento di Sodano ad Agrigento”.