L’antitrust era chiamata a pronunciarsi definitivamente sul nodo cartucce originali per le stampanti e la decisione non piacerà ai consumatori.
Ci sono settori in cui è normale che un dispositivo di una determinata marca accetti solo accessori della stessa marca. L’esempio più noto a tutti è probabilmente quello delle console da gioco: se Nintendo (così come Microsoft e Sony) produce una consolle, si potranno utilizzare solo periferiche prodotte da Nintendo o al massimo delle periferiche di terze parti che la stessa azienda ha approvato perché ha raggiunto l’accordo con quella che produce le periferiche. Il discorso si fa più stringente per quanto riguarda i software, per i quali non c’è via legale per permettere che ci sia un’azienda esterna che li distribuisca.
La tendenza di mercato, tuttavia, spinge verso una gestione open source dei prodotti di largo consumo. Rimanendo nel campo dell’informatica, ad esempio, i pc che utilizzano Windows possono essere costruiti da qualsiasi azienda, così come le periferiche compatibili e i software che vi girano. Tuttavia non è lo stesso se si vuole utilizzare un Mac, perché i computer di Apple sono a circuito chiuso e funzionano solo le periferiche e i software approvati dall’azienda americana (un po’ come per le consolle).
Nel mercato stampanti, periferiche da pc che funzionano tramite cartucce d’inchiostro, la situazione è variegata: ci sono aziende che permettono l’utilizzo di cartucce compatibili e altre che invece ne bloccano via software il funzionamento. Tempo addietro HP è stata condannata dall’Antitrust per aver impedito l’utilizzo di cartucce compatibili su dispositivi che prima lo facevano. Partendo da quella delibera, sotto il mirino dell’Antitrust sono finite anche Epson e Lexmark, poiché alcuni modelli delle loro stampanti bloccano le cartucce tramite aggiornamento di firmware.
Le stampanti accetteranno solo cartucce originali: la decisione dell’Antitrust condanna i consumatori e le aziende di terze parti
Il compito dell’Antitrust è quello di assicurare la libera concorrenza sul mercato e dunque di impedire comportamenti che impediscano alle aziende più piccole di affermarsi e trarre legittimo profitto dalla propria attività. Nel caso delle cartucce, dunque, l’accusa ad Epson e Lexmark era quella di impedire con il blocco delle cartucce non originali la libera concorrenza in questo settore. La pronuncia dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato era attesa da lungo tempo e nelle scorse ore è giunta lasciando molti perplessi e scontenti.
A quanto pare nel comportamento delle due aziende non è stato riscontrato nulla che possa ledere il mercato in questione, dunque sarà permesso loro di continuare a bloccare le cartucce non originali sui modelli di stampanti in questione a patto che rendano trasparente la comunicazione in tal senso per i consumatori. Insomma per l’autorità la colpa di Epson e Lexmark è stata quella di non aver specificato al consumatore che non avrebbe potuto utilizzare cartucce non originali, creando in questo modo un danno all’acquirente. Adesso, dunque, le due aziende sono obbligate a “Informare i consumatori se le proprie stampanti funzionano con cartucce di inchiostro/toner non originali o se richiedono – attraverso strumenti digitali (software) – l’utilizzo esclusivo di cartucce originali”.
Sebbene la pronuncia non abbia favorito chi quelle stampanti le ha già acquistate, ha comunque migliorato la situazione per i futuri acquirenti. Adesso sarà possibile, già al momento dell’acquisto, sapere se la stampante in questione funziona anche con le cartucce compatibili o se sarà necessario acquistare quelle originali del produttore. In base a questa informazione, dunque, si potrà fare una scelta più consapevole e decidere di prendere un modello più adatto alle possibilità di spesa del singolo.