Il presidente dell’Inps pone l’accento sul rischio che corre attualmente l’equilibrio finanziario del sistema pensioni.
Notizie non entusiasmanti dal fronte previdenziale: il confronto tenutosi lo scorso giovedì 19 gennaio 2023 al Ministero del Lavoro sulla riforma delle pensioni ha lasciato grandi punti interrogativi. Protagonisti del tavolo politico, da un lato la ministra Marina Calderone, il sottosegretario Claudio Durigon, il sottosegretario all’Economia Federico Freni e Pasquale Tridico, presidente dell’Inps. Dall’altra parte, i rappresentanti dei sindacati e delle imprese.
Al centro del dibattito, le richieste della piattaforma unitaria di Cisl, Cgil e Uil: possibilità di accedere alla pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età e abbassamento della soglia dell’età pensionabile a 62 anni.
Alla domanda di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, sulla cifra che il governo sarebbe disposto a destinare alla riforma, non è giunta una risposta esaustiva da parte della ministra. Quest’ultima ha invece lamentato la mancata presentazione formale della piattaforma al governo ed ha invitato gli interlocutori a discutere della questione prossimamente in riunioni specifiche. Tra queste, è molto attesa quella dell’8 febbraio che affronterà i nodi riguardanti la situazione lavorativa di giovani e donne.
Inps, pensioni in pericolo secondo il presidente Tridico: cosa sta succedendo
Si è poi discusso della richiesta di allentare le restrizioni su Opzione donna, come già avvenuto per la “variabile figli” che la ministra Calderone si è impegnata ad evitare e che determinava l’agevolazione in base al numero di figli della lavoratrice. Una norma che ha generato non poche polemiche sulla sua costituzionalità anche da parte di esperti del settore.
Su Opzione donna, che consente di accedere alla pensione a 58 anni (59 per le lavoratrici autonome) e 35 anni di contributi nel 2021, la ministra ha garantito che avrebbe esaminato la questione in serata insieme al resto del Consiglio. Oltre a queste tematiche, il presidente Pasquale Tridico ha lanciato l’allarme su un dato al quale non si starebbe prestando sufficiente attenzione.
Il quadro attuale secondo il presidente dell’Inps sarebbe a dir poco preoccupante. Tridico ha infatti posto l’accento sul fatto che per ogni pensionato ci sono circa 1,4 lavoratori: per il 2029 si prevede un abbassamento del rapporto ad 1,3 e addirittura a 1 per il 2050. Una situazione che vede a rischio l’equilibrio finanziario. Quest’ultimo può infatti essere garantito solo con un rapporto minimo di 1,5, secondo il presidente di Itinerari previdenziali Alberto Brambilla.
Troppi pensionati e pochi lavoratori: sarebbe questo uno dei temi più urgenti da affrontare secondo Tridico. Al momento, però, pare che l’attenzione sia tutta concentrata sulla possibilità di aumentare il denaro destinato al sistema previdenziale.