Sempre più genitori condividono online le foto dei figli appena nati o minorenni, una pratica potenzialmente dannosa: quali sono i rischi.
I social network non sono più una novità e per le generazioni nate dagli anni ’80 in poi sono diventati parte integrante della vita. La maggior parte dei neogenitori dai 20 sino ai 40 anni, ha uno o più profili social all’interno dei quali condivide estratti della propria vita. Chiaramente i figli hanno un impatto devastante sulle abitudini di queste persone, le cambia in maniera così radicale da rendere centrale la prole. Una volta che la vita dei neogenitori si concentra sui bambini, è logico che anche i social possano rispecchiare questo cambiamento e che queste persone siano portate a mostrare la loro vita così com’è, e dunque a mostrare nelle foto e nei video pubblicati online i figli.
Si tratta di un processo naturale, fatto senza realmente pensare alle conseguenze che questo agire potrebbe avere sulla privacy dei bambini. Secondo quanto rilevato da un sondaggio compiuto da Security ORG negli Stati Uniti, il 75% dei genitori condivide immagini dei propri figli minorenni sui social. Di questo, l’80% utilizza i nomi reali dei figli nelle foto e nei tag. Solamente il 25% dei genitori chiede il consenso ai bambini per la pubblicazione delle foto. Quest’ultimo dato è influenzato anche dal fatto che in molti casi i bambini sono troppo piccoli per comprendere cosa sia un consenso e cosa comporta la pubblicazione della propria immagine online.
I rischi collegati alla privacy
Questo fenomeno che in America viene identificato con il neologismo “Shareting” (crasi tra i vocaboli Share – condividere – e parenting – Genitorialità) può comportare diversi problemi ai bambini ed è sicuramente necessario educare i giovani genitori ai rischi che una condivisione così marcata di foto, video e informazioni personali potrebbe comportare. Il primo e più ovvio problema riguarda la privacy dei più piccoli. I bambini non sono nella maggior parte consapevoli di quali problematiche potrebbe comportare la pubblicazione di immagini imbarazzanti o di informazioni imbarazzanti sul proprio conto in rete, dunque spetta ai genitori proteggerli da simili situazioni.
Il diritto alla tutela della privacy dell’identità digitale dei minori è indicato in maniera chiara dalla Convenzione dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e ribadito da un apposito GDPR. Anche l’Unione Europea ha pubblicato un regolamento teso ad evitare che i genitori possano condividere informazioni e immagini dannose per i figli online, nel quale si sottolinea che i minori necessitano di una tutela speciale in questo ambito, poiché non consapevoli dei rischi che incorrono a causa dello sharing fatto dai genitori.
Le immagini e le informazioni imbarazzanti condivise dai genitori in rete potrebbero diventare nel giro di qualche anno un appiglio da quale fare partire un’azione di cyberbullismo contro il bambino. La condivisione di informazioni personali e anche della posizione abitativa del piccolo potrebbero fornire dati pericolosi per la sicurezza stessa dei bambini che dei malintenzionati potrebbero utilizzare a loro vantaggio. Va considerato inoltre che le foto pubblicate online possono essere scaricate da chiunque ed utilizzate per creare false identità finalizzate al “Grooming”, ovvero l’adescamento dei bambini online.
Come proteggere i figli dai rischi
La cosa più sicura da fare sarebbe non pubblicare nessuna foto dei propri figli online. Tuttavia, come accennato sopra, ormai i social network fanno parte della vita delle persone e la mancata condivisione di quella che è la parte più bella della vita potrebbe risultare frustrante. Esistono dunque dei modi per proteggere la privacy dei piccoli anche pubblicando delle foto. La prima cosa da fare è oscurare i volti, magari con un effetto sfocatura. Qualora non vogliate farlo, potete sempre ricorrere a degli escamotage che permettono al piccolo di non avere un’immagine online riconoscibile, come pubblicare scatti di profilo e in penombra o mentre loro sono di spalle e non possono essere visti in volto.
In qualsiasi caso evitate di condividere il nome del piccolo e informazioni personali quali la scuola o l’asilo che frequenta, la palestra in cui fa attività pomeridiana, ciò che gli piace fare, i suoi hobby e preferenze di ogni tipo. Sui social, inoltre, esistono dei filtri di privacy che consentono di scegliere a chi mostrare le proprie foto e i propri post, selezionandoli di fatto si possono escludere conoscenti marginali o sconosciuti dalla cerchia di persone che possono visualizzare gli scatti. Così le foto dei piccoli potranno essere viste solo da familiari e amici stretti ed il rischio di furto si assottiglia notevolmente. Potete infine attivare la notifica Google che vi avverte ogni volta che il nome dei vostri figli compare in rete, così da avere subito notizia se qualche informazione che li riguarda salta fuori sul web.