C’è tensione in casa Milan, di quella che si taglia a fette con un coltello. Una coltre di nubi nere avvolge la serenità della dirigenza di via Turati, con Paolo Maldini, secondo i bene informati, furioso, e non solo per i risultati negativi che coinvolgono l’attuale rendimento dei rossoneri.
E’ facile, se non di più, nel calcio italiano, passare dagli elogi e dai trionfi, alle roventi polemiche, quando le vittorie, come nel caso del team di Pioli, vengono a mancare e la squadra sembra essersi smarrita.
L’ex tecnico del Chievo, l’uomo del miracolo, “appena ieri” osannato e portato in trionfo dal popolo rossonero, è finito ora addirittura sulla graticola. Ma se è vero che nel calcio non si può sempre vincere, quello che sta succedendo in casa Milan, condizionato dal momento negativo in campionato, riguarda anche le intricate vicende del calcio mercato.
Maldini furioso: è finito l’idillio con Gerry Cardinale?
E’ noto che Paolo Maldini avrebbe fatto di tutto per arrivare al talentuoso Nicolò Zaniolo, piedi fatati ma “bizzoso” come pochi, in rotta con la Roma e ora letteralmente separato in casa, con i giallorossi, dopo il rifiuto di approdare al Bournemouth.
Mourinho con tutta probabilità, conoscendolo bene, visto l’atteggiamento del calciatore (rifiuto della convocazione e poi il no al trasferimento Oltre Manica), avrà serrato per sempre, a doppia mandata, la porta della sua fiducia.
Ebbene in casa Milan, l’ex capitano degli anni d’oro dell’era Berlusconi non avrebbe digerito il diniego della proprietà, e in particolare di Gerry Cardinale, di aumentare il budget a disposizione per sferrare il colpo decisivo e chiudere per Zaniolo già in questo complicato e tormentato mercato invernale. Cosa succederà adesso? In che modo le posizioni di Maldini e Cardinale subiranno scossoni già a fine stagione?
Maldini e quel no all’affare Zaniolo: ecco perché l’americano non è convinto
I fatti sono chiari: dall’America il patron Gerry Cardinale ha parlato al telefono con Maldini e ha sollevato qualche dubbio sulla fattibilità dell’operazione Zaniolo. In primis, l’americano non si fidava dell’idea di un investimento su un giocatore che nelle ultime stagioni si è rivelato così fragile a livello fisico, tanto da rallentarne notevolmente la crescita. Due lesioni ai legamenti crociati prima dei 24 anni non sono roba da poco. Non è in ballo quindi il talento, indiscutibile di Nicolò.
Cardinale ritiene che il fantasista giallorosso non offra le necessarie garanzie in prospettiva futura, e ha decisamente frenato sulla esosa richiesta della Roma. In secondo luogo, c’è l’incognita della forza mentale di un giocatore che solo a tratti ha dimostrato di avere un carattere equilibrato.
Infine – e questo per la proprietà è il campanello d’allarme più importante – c’è l’aspetto economico. Per la Roma l’unica soluzione del prestito è sempre stata l’obbligo di riscatto, ma il Milan voleva un’altra opzione.
Quindi, questione non da poco, c’è lo scoglio economico: i giallorossi hanno chiesto di pareggiare l’offerta del Burnemouth, dopo l’improvviso rifiuto del calciatore di approdare in un club che in Premier League lotta per non retrocedere. Zaniolo sarebbe ben felice di tornare a Milano, sponda rossonera, ma sul piatto ora come ora ci vogliono 30 milioni di euro e le incognite, per Cardinale, non sono poche.