Tra i vari finanziamenti da inserire nella nuova legge di bilancio c’è anche quello relativo al Superbonus edilizio: ecco tutte le novità.
La priorità assoluta per il governo Meloni appena insediatosi in parlamento è la scrittura e la rifinitura della legge di Bilancio 2023. Tra le tante misure che il governo dovrà varare una delle più attese è quella che riguarda il Superbonus edilizio. Con la legge attuale, infatti, il bonus facciata e il bonus barriere architettoniche non ci saranno più a partire dall’1 gennaio, mentre il Superbonus sarà disponibile solo per i condomini e le abitazioni Iapc. Ecobonus, Sismabonus, bonus ristrutturazione e bonus verde invece avranno validità fino al 2024. Qualora il governo decida di non rinnovare il Superbonus 110%, bisognerà in ogni caso rifinanziare quello per il momento in atto, visto che sono stati stanziati 33,3 miliardi di euro e ne servono almeno 56,4 per coprire le richieste fatte fino a settembre 2022.
Portare il Superbonus all’80% già a partire dai primi mesi del 2023 potrebbe quindi essere un grosso problema per moltissimi cittadini che contavano sulla garanzia totale per la ristrutturazione e la riqualifica della propria abitazione. Per questa ragione l’Ance ha già richiesto che il Superbonus 110% possa essere prolungato di qualche mese per i lavori già iniziati o quelli che stanno per cominciare. Una richiesta che l’associazione dei costruttori edili ha giustificato con i ritardi che ci sono stati a causa del fermo cantieri. Come ha intenzione di comportarsi il governo per i cantieri già aperti? La soluzione che creerebbe meno problemi sarebbe quella di mantenere per intero il bonus a chi ha presentato già la Cilas (Comunicazione Inizio Lavori), ma il governo potrebbe adottare anche altre strade come salvaguardare solo chi ha già speso dei soldi, o mantenere il bonus per chi ha già presentato la prima Sal (certificato di stato avanzamento lavori).
In questi giorni si è parlato anche della possibilità di inserire delle aliquote differenti per le case di lusso e in base al reddito. Questa opzione, come già verificato in passato, non è però applicabile nel caso in cui i lavori devono essere effettuati in dei condomini. In primo luogo perché i proprietari di un appartamento “A1” potrebbero opporsi ai lavori visto che costretti a pagare una cifra superiore agli altri, in secondo luogo perché bisognerebbe applicare delle aliquote differenti tra le parti comuni e quelle private.
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