I mutui a tasso variabile stanno aumentando continuamente e continueranno a farlo, il governo va incontro agli italiani: ecco in che modo.
La crisi economica che stiamo attraversando è probabilmente la peggiore di questo inizio secolo e i governi sono costretti ad intervenire per evitare che l’innalzamento dei costi crei una nuova enorme classe di poveri. Il costo della vita è in continuo aumento e gli italiani fanno fatica ad arrivare a fine mese, costretti a scegliere se mettere qualcosa in tavola o se pagare le rate e le bollette. In una situazione di grave emergenza come questa, l’intervento del governo è essenziale per evitare conseguenze irrisolvibili.
Uno degli argomenti più scottanti nel momento dell’insediamento del governo Meloni era quello riguardante il mutui per le case. Molti italiani non sono in grado di pagarlo in questo momento e già prima dell’insediamento del nuovo esecutivo si era provveduto con la misura tampone della sospensione delle rate. Tuttavia la sospensione delle rate è solo una misura emergenziale ed era necessario che questo governo inserisse qualcosa di più concreto nella legge di bilancio.
Il problema principale è che i mutui a tasso variabile sono aumentati a dismisura nell’ultimo anno e chiunque li abbia sottoscritti per ottenere un vantaggio sulla percentuale applicata agli interessi, in questo momento si trova schiacciato da un aumento vertiginoso della stessa. Il problema principale è che l’aumento dell’inflazione ha portato alla crescita del valore del denaro e di conseguenza all’aumento della percentuale applicata alle rate dei mutui.
Di recente il vicepresidente della BCE, Luis de Guindos ha dichiarato che gli interventi dell’UE per calmierare l’aumento del costo del denaro non sono sufficienti e che nel 2023 sono previsti ulteriori aumenti e che il tasso variabile attualmente salito al 3,3% potrebbe superare persino il 5%. In una simile situazione era dunque necessario che il governo italiano varasse una misura in grado di aiutare gli italiani che si trovano schiacciati dal costante aumento delle rate del mutuo e così è stato.
In base a quanto emerso dalla Legge di Bilancio, il Ministero dell’Economia ha inserito la possibilità di rinegoziare il mutuo con le banche. Si tratta di una misura che è già stata applicata nel 2012 quando il titolare del Dicastero era Tremonti. In pratica chiunque abbia sottoscritto un mutuo a tasso variabile potrà passare ad un mutuo a tasso fisso senza costi aggiuntivi concordandolo con l’istituto bancario con il quale lo ha sottoscritto. Attualmente non ci sono dettagli riguardo il funzionamento della misura, ma si pensa che possa ricalcare in buona parte quella del 2012.
Se così fosse, a poter richiedere la rinegoziazione del mutuo sarebbero quei cittadini che hanno sottoscritto un mutuo massimo di 200.000 euro o a cui resta da pagare una cifra pari o inferiore a quella indicata come soglia massima. Le altre limitazioni riguardano l’Isee del cittadino, che non deve superare i 35mila euro annui, e lo storico del pagatore, ovvero non deve avere rate pendenti.
Per quanto riguarda la misura adottata nel 2012, c’erano anche delle limitazioni riguardanti il calcolo del tasso fisso da applicare una volta rinegoziato il mutuo. Nel 2012 andava calcolato tenendo conto dell’IRS (ovvero il tasso di riferimento per il calcolo degli interessi) a 10 anni e dell’IRS in riferimento agli anni rimanenti del finanziamento. La controindicazione, dunque, potrebbe essere che applicando un tasso fisso ci si potrebbe trovare inizialmente a pagare più di quanto non si stia pagando al momento, ma si avrebbe la certezza che il tasso non aumenterebbe in base all’inflazione.
Insomma la decisione dovrebbe essere presa in considerazione della situazione attuale e della prospettiva non proprio rosea riguardo al futuro prossimo. Le previsioni prevedono che il tasso d’interesse variabile continuerà a crescere e che non ci sono a breve possibilità di un’inversione di tendenza. In ogni caso, qualora si dovesse registare un ribasso, si potrebbe procedere ad una seconda rinegoziazione o alla surroga del mutuo. Questa consiste nello spostare il debito da un istituto bancario ad un altro per ottenere tassi d’interesse inferiori (questa operazione non sarebbe gratuita come la rinegoziazione).
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