Una carriera ricca di successi, ma anche di dure lotte: Gianluca Vialli ha vestito maglie prestigiose per poi concentrarsi su altro, la vita
Senza mai mollare fino alla fine: una vita a rincorrere una palla per essere protagonista per tanti anni anche con la maglia della Nazionale italiana. Una volta appesi gli scarpini, ha intrapreso per poco tempo anche quella da allenatore per poi seguire da vicino l’Italia come dirigente.
Nativo di Cremona, Gianluca Vialli è nato il 9 luglio 1964. Ha iniziato a muovere i primi passi all’oratorio di Cristo Re, al villaggio Po di Cremona per poi entrare nelle giovanili del Pizzighettone, per poi passare alla Primavera della Cremonese. Così proprio in Prima squadra dei grigiorossi è partita la sua carriera da urlo passando poi alla Sampdoria e alla Juventus. Proprio con i blucerchiati ha vinto uno Scudetto storico insieme al suo ‘gemello del gol’ Roberto Mancini. Successivamente ne ha vinto un altro con la Juventus nel 1994-1995: con i bianconeri è riuscito anche a trionfare vincendo anche la Champions League nel 1996 superando ai calci di rigore in finale l’Ajax. C’è soltanto un rammarico per Vialli nella sua carriera da calciatore, ossia quella della sconfitta in Coppa dei Campioni nel 1992 contro il Barcellona ai supplementari. Inoltre, l’attaccante di Cremona è stato uno dei primi a volare in Inghilterra nel 1996 per vestire la maglia del Chelsea: soltanto due anni dopo ha ricoperto anche il doppio ruolo da giocatore-allenatore. Nella sua carriera ha vestito anche la maglia della Nazionale, prima in Under 21 e poi quella maggiore, venendo convocato anche da Vicini ai Mondiali del 1986 in Messico giocando tutte le partite. Protagonista anche con un gol agli Europei del 1988 in Germania, è riuscito a contribuire al terzo posto al Mondiale del 1990 anche se la sorpresa come capocannoniere di quella sfida è stata l’attaccante palermitano Totò Schillaci. Per quanto riguarda la sua vita privata è sposato con Cathryn White-Cooper: dalla loro relazione sono nate due figlie, Olivia e Sofia.
Dopo la carriera da allenatore, Vialli è stato anche il portatore della bandiera olimpica nel corso della Cerimonia di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006 per poi passare a Sky Sport come commentatore televisivo ed opinionista.
Nel 2018 ha iniziato la sua dura lotta contro il cancro: così Vialli ha dovuto abbandonare la sua postazione a Sy Sport per sottoporsi a chemioterapia. Quando tutto il peggio è passato, lo stesso Vialli ha accettato l’incarico come dirigente nello staff della Nazionale di Roberto Mancini riuscendo così ad accompagnarli durante la loro avventura da applausi ad Euro2020. Proprio con il Ct Mancini hanno formato una coppia da gol da urlo con la maglia della Sampdoria: i due hanno scritto anche un libro La bella stagione mettendo in luce il loro legame, che si è visto anche ad Euro2020. Un legame fraterno visto che si sono abbracciati spesso durante i vari gol degli azzurri con le lacrime versate nella finale contro l’Inghilterra. Pochi giorni fa, dopo aver lasciato il ruolo di capo delegazione della Nazionale, si è diffusa nuovamente la notizia di condizioni di salute peggiorate: anche sua madre è volata a Londra per assisterlo.
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