Il governo Meloni ha reso strutturale il bonus psicologo, ma lo ha anche cambiato drasticamente: chi può richiederlo e come dovrà farlo.
Nel decreto Milleproroghe approvato dal governo Draghi è stato inserito, tra le altre cose, anche il bonus psicologo una tantum per i cittadini che sentivano la necessità di un percorso psicoterapeutico ma non avevano fondi sufficienti per permetterselo. La misura prevedeva un fondo da 25milioni di euro da suddividere in bonus da 600 euro da spendere in sedute da 50 euro l’una dagli psicologi aderenti all’iniziativa. La possibilità di accedere al bonus è stata data a chiunque avesse un reddito annuo inferiore ai 50.000 euro, dunque era necessario presentare l’Isee per poterne avere diritto.
A gestire la concessione del bonus psicologo è stata l’Inps, che ha privilegiato ovviamente quei richiedenti il cui reddito annuo era inferiore. Nel caso in cui il reddito di due richiedenti fosse pari, è stata data priorità a coloro che avevano effettuato la richiesta prima. Con una circolare pubblicata qualche settimana fa, l’ente previdenziale ha fatto presente a tutti i richiedenti precedentemente esclusi, che c’è la possibilità di ottenere un posto in un secondo momento. Tutti coloro che hanno ottenuto il bonus, infatti, sono obbligati ad usufruirne entro il giugno del 2023, qualora non l’abbiano fatto, cederanno il beneficio a chi li seguiva in lista.
Magra consolazione per molti, visto che solamente il 10% delle richieste inviate all’Inps sono state soddisfatte. Su 395.604 aventi diritto che hanno fatto richiesta, solamente in 41.657 hanno avuto accesso alla misura. Qualora dunque qualcuno dei precedentemente selezionati non dovesse usufruirne, saranno comunque pochi i beneficiari di questa rinuncia rispetto a tutti coloro che sentivano l’esigenza di usufruire di questo aiuto statale. Questo perché il governo Draghi aveva sottostimato le esigenze degli italiani e i 25 milioni di euro stanziati erano insufficienti a coprirle.
Bonus psicologo: diventa strutturale, ma sarà per pochi
L’accoglienza del bonus psicologo ha fatto emergere con assoluta evidenza quanto possa essere utile ricorrere ad una terapia al giorno d’oggi. Purtroppo il costo delle sedute è proibitivo per molti e un aiuto fisso ai cittadini bisognosi dovrebbe essere una priorità del governo. Nella legge di bilancio 2023 questa richiesta d’aiuto degli italiani è stata in parte accolta, visto che il bonus psicologo si tramuterà da aiuto “Una Tantum” a strutturale.
Il problema è che lo stanziamento di fondi previsto per questa nuova misura assistenziale strutturale sarà insufficiente a coprire le necessità degli italiani. Per il 2023 sono previsti solamente 5 milioni di euro (un quinto della già insufficiente somma erogata quest’anno) e per il 2024 ci sarà un aumento minimo fino a 8 milioni di euro. A ridurre ulteriormente la platea di beneficiari c’è la soglia di credito offerto: si passa dai 600 euro massimi del 2022 ai 1.500 del 2023.
Allo stato attuale non si sa molto altro. Nel 2022 il Bonus Psicologo era basato sull’Isee del richiedente e prevedeva 200 euro per coloro il cui reddito annuo era compreso tra i 30mila e i 50mila euro, 400 euro per quelli il cui reddito era compreso tra i 15mila e i 30mila e 600 euro per coloro il cui reddito era inferiore ai 15mila euro. E’ plausibile che il decreto ministeriale con il quale verrà normato il bonus permanente delineerà una suddivisione simile con i richiedenti con il reddito più basso che avranno accesso al bonus da 1.500 euro e le altre fasce che avranno accesso a bonus meno corposi magari da 1.000 e da 500 euro.
Tuttavia è possibile che la soglia di accesso venga abbassata e che i beneficiari siano solo quelle persone il cui reddito è inferiore ai 15mila euro. In questo modo la platea dei beneficiari verrebbe ridotta, anche se con ogni probabilità non in misura tale da rendere sufficienti i fondi stanziati per la stessa.