Tra le novità previste dalla legge di Bilancio 2023 c’è anche il bonus busta paga: scopriamo insieme a chi è rivolto e in cosa consiste.
Mentre l’inflazione galoppa, i tassi dei mutui aumentano, il caro energia morde e chi più ne ha più ne metta, il governo cerca di correre ai ripari con misure pensate per dare almeno un po’ di sollievo agli italiani. Tra queste il “bonus busta paga” introdotto con la legge di Bilancio 2023. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Salvo ulteriori modifiche alla bozza della manovra, il cuneo fiscale – cioè il differenziale tra i soldi pagati dal datore di lavoro per il dipendente e la somma effettiva che finisce nella busta paga di quest’ultimo – dovrebbe subire una nuova riduzione, superiore a quella già introdotta dal governo Draghi nella misura del 2% per i redditi fino a 35.000 euro. L’esecutivo a trazione Meloni intende incrementare il taglio sul cuneo fiscale per tutti i lavoratori che hanno la busta paga più magra, ovvero sotto i 20.000 euro annui:, portandolo al 3% (mentre verrà confermato il 2% per tutti gli altri).
All’atto pratico, a quanti soldi in più? Coin una serie di simulazioni il Sole 24 Ore ha ipotizzato che nel caso di un reddito fino a 10.000 euro lordi annui lo stipendio crescerò di 6 euro al mese, mentre chi ha un reddito di 15.000 euro lordi annui otterrà un guadagno di 10 euro. Che diventano 11 euro ove il reddito del lavoratore sia pari a 20.000 euro. Chi ha un reddito annuo lordo di 25.000 euro, invece, conserverà il bonus di circa 27 euro mensili che era stato introdotto con il governo Draghi e che sarebbe stato destinato a scomparire se l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni non avesse confermato il benefit fiscale.
In campo anche un contributo una tantum di 350 euro per andare incontro ai lavoratori di determinate categorie in una fase economica segnata da inflazione, caroprezzi e incertezze. Il «Protocollo Straordinario» per il settore del Terziario è stato raggiunto con l’obiettivo di fornire una prima risposta economica concreta in un contesto complesso caratterizzato da rincari energetici e da forti tensioni internazionali.
Il bonus di 350 euro (lordi) arriverà diviso in due erogazioni. Il contributo economico è una tantum e dev’essere riparametrato sui livelli di inquadramento. L’intesa è stata raggiunta dai sindacati di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, con Confcommercio, Federdistribuzione, Confesercenti e le Associazioni delle cooperative di consumo. L’accordo è contenuto in specifici accordi con le associazioni rappresentative del terziario, distribuzione moderna organizzata e distribuzione cooperativa, “a significare uno step in più verso il rinnovo dei Ccnl in fase di discussione”, recita la nota ufficiale.
Nel dettaglio, i primi 200 euro arriveranno con la busta paga di gennaio, mentre per i restanti 150 euro bisognerà aspettare lo stipendio di marzo. Quanto all’aumento di 30 euro, scatterà da aprile, sempre per i lavoratori inquadrati nel quarto livello. L’anticipo è stato concesso solo per “fornire ai lavoratori del settore una risposta economica concreta in un contesto complesso e articolato, caratterizzato da un alto livello d’inflazione, dai rincari energetici e dall’incertezza internazionale”.
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