La conduttrice Alessia Marcuzzi ha condiviso la propria esperienza di bullismo, raccontando in che modo la cattiveria l’ha resa insicura.
Si dice spesso che non bisogna dare peso alle parole e alle cattiverie che ci vengono dette, che bisogna essere forti e cercare di tramutare ciò che gli altri vedono come debolezza in un nostro punto di forza. Chiaramente si tratta di un messaggio positivo, ma è anche un qualcosa che per un individuo che deve vivere in società è davvero complicato da applicare. Nei momenti di difficoltà personale che viviamo tutti, una parola cattiva, un insulto, una presa in giro, o peggio un comportamento vessatorio, sia esso teso ad umiliare il soggetto per la sua esteriorità o per fargli credere di essere non abbastanza, o ancora per rimetterlo nei ranghi e costringerlo a sottostare a regole e condizioni ingiuste, può essere devastante, portare il soggetto a perdere fiducia nella gente, in sé stesso, spingerlo a dubitare di tutto e anche, nei casi più gravi, a reputare la vita qualcosa che non vale la pena di essere affrontata.
Va bene dunque fare spettacoli, pubblicità, mandare messaggi contro il bullismo che invitano le vittime a ignorare questi comportamenti. E’ vero che la prima reazione deve arrivare da dentro e che bisogna saper reagire con determinazione. E’ vero infine che se si riesce a ignorare tutto e tutti e a farsi scivolare le cattiverie addosso si può diventare più forti di chi ci vuole fare sentire inadeguati, ma questo tipo di comunicazione è solo una parte di ciò che bisogna fare. Bisogna fare passare anche il messaggio che i comportamenti vessatori sono errati e che possono portare a conseguenze molto gravi, bisognerebbe anche fare in modo che ci sia la possibilità per le vittime di denunciare ed essere protetti, che l’ingiustizia che hanno vissuto sulla propria pelle sia punita o meglio che all’interno di una scuola, di un luogo di lavoro o di un qualsiasi contesto sociale tali comportamenti non siano proprio possibili.
Il problema in molti casi non è che non esistano le regole e nemmeno che non esistano leggi a tutela dei più deboli, ma che il contesto sociale in cui ci si trova è popolato da persone prive di qualsiasi tatto, dedite esclusivamente ai propri interessi e spronate a schiacciare il prossimo per emergere. In simili contesti, il gruppo diventa un’enorme entità malvagia, incapace di pensare razionalmente e umanamente, pronta a tutto pur di far vincere la legge del più forte o l’interesse prioritario.
Alessia Marcuzzi e la sua esperienza con il bullismo
L’amatissima conduttrice Alessia Marcuzzi è conosciuta per il suo aspetto fisico prorompente ed è considerata una delle donne più belle del mondo dello spettacolo. Dunque risulta difficile pensare che anche lei possa essere stata vittima di bullismo per via di un difetto fisico. Eppure, come ha raccontato durante lo spettacolo ‘Bulli_stop‘ al quale è stata invitata dall’amica Katia Follesa, anche lei da ragazza è stata vittima della cattiveria e della meschinità del gruppo. Sul palco ha mostrato il perché i compagni di classe la prendessero in giro: in pratica le sue gambe sono inarcate verso l’esterno e se sta con le gambe parallele il difetto risulta evidente.
Alessia, sia sul palco che nella descrizione che ha messo per presentare il video, spiega che lei in realtà ha vissuto questi comportamenti con leggerezza, non ha dato troppo peso alle parole di chi la prendeva in giro, ciò nonostante i continui commenti sul suo difetto l’hanno fatta complessare al punto da decidere di indossare per anni solo pantaloni: “Venivo presa in giro da ragazzina, tanto da non mettere mai le gonne. Non e’ stato proprio bullismo, perche’ non ne ho mai sofferto davvero tanto….era piu’ una presa in giro, ma sicuramente mi ha reso molto insicura e per tanti anni ho portato solo pantaloni. Proprio un paradosso pensando che adesso sono sempre in minigonna”.
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La decisione di indossare la minigonna è stata un modo per Alessia di combattere la cattiveria della gente e tramutare quello che era un difetto in un punto di forza. Nessuno infatti oggi direbbe che le gambe siano un suo difetto, tuttavia ancora oggi porta in parte i segni di quella insicurezza che la cattiveria degli altri le ha generato, visto che evita di fare notare quel difetto: “Ma ancora adesso io le gambe non le unisco mai davanti alle persone, l’ho fatto per la prima volta proprio ieri”. Mostrare questa sua debolezza è stato un segnale forte, per fare capire a chi soffre per il giudizio altrui che si può andare avanti e anzi rendere ciò che agli occhi degli altri ci rende risibile, la nostra principale forza.