Mettere i risparmi in banca è una scelta saggia, ma fate attenzione perchè se superate la soglia sul conto corrente dovete pagare una tassa.
Per chiunque sia ormai entrato nel mondo del lavoro, avere un conto corrente sul quale canalizzare lo stipendio è una necessità, anche se al giorno d’oggi esistono anche carte di debito che possiedono l’iban e che dunque possono essere utilizzate come deposito dello stipendio mensile. Scegliere quale forma di deposito scegliere sta al singolo cittadino, ma il conto corrente solitamente è una scelta più comune, poiché questo permette di avere un credito aggiuntivo – la scopertura – e permette anche l’incremento del valore dei fondi depositati per via dei tassi d’interesse applicati dall’istituto bancario. Tali tassi d’interesse sono legati ai movimenti bancari, ovvero all’utilizzo, da parte dell’istituto di credito dei vostri fondi, che comunque vengono sempre mantenuti sul conto e, a meno di investimenti concordati, rimangono sempre a disposizione dell’utente per qualsiasi spesa o anche per il prelievo dell’intera somma.
Secondo alcune ricerche, nell’ultimo anno sono aumentati i fondi che gli italiani tengono negli istituti bancari. In base a quanto rilevato dal Centro Studi Unimpresa, i fondi complessivi dei privati sono aumentati di 105 miliardi di euro dal maggio del 2021 al maggio del 2022. Questo perché le famiglie italiane, spaventate dalla crisi economica e dall’inflazione che hanno causato la pandemia e la guerra tra Russia e Ucraina, stanno facendo dei sacrifici per mettere da parte quanto più denaro possibile. L’incremento dei fondi di risparmio degli italiani ammonta a 2.101 miliardi, un aumento del 5% rispetto ai 1.995 miliardi di appena un anno fa.
Tassa sul conto corrente: fate attenzione a non superare quella cifra
Come detto la corsa al risparmio è giustificata dalla situazione economica internazionale ed è sicuramente una scelta saggia da parte degli italiani, tuttavia bisogna anche considerare che l’aumento della somma lasciata in giacenza in banca può comportare anche l’aumento delle spese. I correntisti sanno già che c’è un costo mensile per le operazioni e il mantenimento del conto corrente, ma probabilmente non sanno che superati i 5mila euro in giacenza bisogna pagare anche il bollo sull’imposta, una tassa che viene applicata solo e soltanto una volta superata la soglia prima indicata.
Il calcolo viene fatto dagli istituti bancari in base ai saldi annuali e la tassa viene applicata solo se il correntista ha in media una somma uguale o superiore ai 5mila euro. In questo caso, viene detratto annualmente il bollo d’imposta che si attesta sui 34,20 euro. Lo stesso vale per quelle persone fisiche che hanno i propri risparmi dislocati in vari conti correnti e/ libretti di risparmio, se la somma di queste cifre supera i cinquemila euro il bollo d’imposta viene applicato a tutte le cifre.
La legge prevede in ogni caso che la tassa non dev’essere pagata da quei cittadini il cui ISEE non supera i 7.500 euro annui, e anche per quei correntisti che usufruiscono del conto base, ovvero il cui ISEE non supera gli 11.600 euro, soglia che per i pensionati è stata alzata a 18.000 euro. Qualora non rientraste nelle categorie protette dalla legge, anche per 100 euro, sarete obbligati a pagare la tassa. C’è comunque un modo per evitarlo, ovvero aprire un conto a costo zero, possibilità che ormai viene concessa da molti istituti di credito, anche se alcuni lo concedono solo ai giovani e solo fino ad un limite di età che solitamente non supera i 35 anni. In questi casi, infatti, sono le banche stesse che decidono di farsi carico dell’imposta di bollo e di pagarla senza intaccare i vostri risparmi.