Grazie al Sisma Bonus è possibile risparmiare gran parte della spesa effettuata, fino ad un totale di 96mila euro: come funziona?
Secondo quanto emerso dal testo del decreto aiuti quater, il governo Meloni ha lasciato invariato il Bonus Sisma, mantenendo dunque in essere il termine di scadenza precedentemente previsto per poterne usufruire, ovvero il 31 dicembre del 2024. La misura è stata pensata per agevolare gli italiani nelle operazioni di ristrutturazione degli immobili e degli edifici che presentano dei criteri antisismici antiquati o comunque non aderenti ai criteri e alle possibilità attuali. Chiunque dunque abiti in una zona sismica di livello 1, 2 o 3, può approfittare dell’agevolazione sulle spese necessarie a rendere la propria abitazione maggiormente sicura e più resistente ad eventuali scosse di terremoto.
Per poter usufruire del bonus non serve che tu sia il proprietario dell’immobile, questo può essere richiesto anche dai titolari di un diritto di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie), i locatari e i comodatari, gli appartenenti a cooperative divise e indivise, gli imprenditori individuali per la ristrutturazione di immobili adibbiti ad attività produttive. La condizione che ciascuno di questi soggetti di diritto devono rispettare è che siano passibili di Irpef o Ires e che siano stati loro ad effettuare il pagamento per i lavori di ristrutturazione o l’acquisto di un immobile in una zona a rischio sismico.
Sisma Bonus, modalità di ottenimento del bonus: come avviene lo sconto
Il punto più nebuloso per il cittadino comune che non s’intende di detrazioni fiscali è il modo in cui si ottiene questo sconto sull’acquisto o sui costi di riparazione. Il cittadino proprietario dell’immobile che si fa carico delle spese, può scegliere se farsi carico dell’intera somma o cedere il credito. Nel caso in cui il soggetto giuridico in questione (una delle figure di diritto sopra elencate che possono accedere al Sisma bonus) decida di effettuare il pagamento per intero, successivamente potrà fare richiesta del bonus presentando le ricevute di pagamento all’Agenzia delle Entrate. Una volta riconosciuta la legittimità della procedure e della richiesta, il costo pagato verrà detratto dall’Irpef annua nella dichiarazione dei redditi, finché lo sconto previsto dalla legge non sarà saldato del tutto. In pratica il titolare di Partita Iva o il dipendente che ha fatto richiesta non dovrà pagare l’Irpef o l’Ires finché non avrà ottenuto indietro la somma anticipata.
La seconda possibilità, quella sicuramente più sfruttata, è quella di ottenere lo sconto direttamente in fattura attraverso la cessione del credito. In questo modo chi si occupa del pagamento pagherà la somma scontata del 50-70-80 o addirittura del 110% grazie all’intervento di un intermediario, solitamente un istituto bancario che si fa carico del pagamento (totale o parziale) al posto del richiedente. In questo caso il proprietario dell’immobile continuerà a pagare l’Irpef o l’Ires regolarmente, ma la somma annua verrà destinata all’intermediario che ha anticipato il credito e non all’Agenzia delle Entrate.
Quali sono le percentuali di sconto previste
La legge base prevede che il richiedente possa usufruire di una detrazione del 50% per ogni spesa di ristrutturazione antisismica sostenuta dall’1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2024 per un massimo di 96mila euro annui su unità abitativa. Nel caso in cui le spese sostenute nell’anno successivo riguardino lo stesso lavoro iniziato l’anno precedente, il costo va sommato a quei 96mila euro limite previsti per l’anno in cui sono cominciati i lavori. Il pagamento va effettuato in cinque rate annue di pari entità, tutte tracciabili e contenenti sia i dati del proprietario dell’immobile che quelli dell’azienda che si occupa della ristrutturazione.
La detrazione dei costi di ristrutturazione sale sino al 70% nel caso in cui i lavori effettuati consentano l’avanzamento di una classe di sicurezza e sino all’80% nel caso in cui l’avanzamento sia di due classi. La detrazione sale sino all’80-85% quando i lavori vengono svolti nella parti comuni dei condomini. Dal luglio del 2020, inoltre, è previsto il SuperBonus Sisma, che prevede una detrazione del 110% nel caso in cui vengano effettuati interventi principali e trainanti oppure aggiuntivi o trainanti. La detrazione è prevista inoltre anche per l’acquisto di un immobile in una zona sismica di classe 1, 2 o 3: grazie alla detrazione l’acquirente può risparmiare fino a 96mila euro sul costo d’acquisto.