Ripercorriamo la storia di Saverio Cervellati, l’uomo condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’amante: la confessione prima del processo.
La vita di Saverio Cervellati è cambiata per sempre ed in maniera drastica il 24 agosto del 2019. Quel giorno l’uomo doveva andare a mare con la giovane amante e doveva passare una giornata di relax in un periodo di ferie, ma le cose sono cambiate dopo una violenta lite. Secondo quanto emerso dopo l’accaduto, Saverio era un uomo di 52 anni appena uscito da un matrimonio che aveva trovato nuovamente l’amore in Cinzia Fusi, 34enne dipendente del suo market. I due avevano legato dopo la separazione dell’uomo e nel 2019 avevano cominciato anche una convivenza. Tutto insomma portava a pensare che per Saverio si fosse aperta una seconda pagina della vita.
Ben presto però quell’amore si era tramutato in ossessione, Saverio, probabilmente preoccupato che la giovane età della compagna potesse portarla ad interessarsi ad altri uomini, più giovani e prestanti, ha cominciato a provare una forte gelosia e a nutrire dei dubbi sulla sincerità dell’amore di Cinzia. In estate, quindi, sono cominciate frequenti discussioni tra i due amanti, tutte motivate dalla gelosia dell’uomo. Il 24 agosto la coppia si era data appuntamento nel piazzale antistante l’attività commerciale di Cervellati, ma prima di procedere alla gita, Saverio le ha chiesto di entrare nel negozio per parlare.
Saverio Cervellati, la brutale uccisione, la confessione e la condanna all’ergastolo
Quel giorno Saverio ha ripreso a palesare la sua gelosia, a manifestare tutti i dubbi che gli affolavano la testa e Cinzia, come accaduto già in precedenza, cercava di tranquillizzarlo, di fargli capire che non aveva nulla da temere o di cui preoccuparsi. L’uomo però non si faceva convinto, la discussione si faceva via via più animata e violenta, così la donna si trovava spalle al muro e senza più argomenti per tranquillizzare il compagno, evidentemente ormai persuaso che di lei non si poteva fidare.
A quel punto la follia: Saverio Cervellati ha preso in mano il mattarello che c’era sul bancone ed ha cominciato a colpire ripetutamente l’amante in testa, finché non l’ha vista incapace di muoversi a terra. A quel punto ha chiamato i soccorsi ed ha aspettato che arrivassero nella speranza che Cinzia si potesse salvare. Per la donna però era troppo tardi: tre ore dopo il ricovero sarebbe morta e per lui l’accusa sarebbe passata da tentato omicidio a omicidio vero e proprio.
Nel frattempo il colpevole ha confessato il suo crimine ai Carabinieri, ha spiegato loro che era geloso e che si era convinto che Cinzia potesse tradirlo e che in preda alla rabbia l’ha colpita ripetutamente con il mattarello. Le successive indagini sono dunque servite per appurare se l’omicidio fosse avvenuto per un’escalation di rabbia dell’uomo o se questo in realtà l’avesse premeditato già prima dell’incontro. Il 6 aprile di quest’anno la Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per il reo confesso, rigettando l’appello della difesa che chiedeva le attenuanti generiche per il rapporto interpersonale tra vittima e assassino.