Michael J. Fox è apparso solo pochi giorni fa al fianco di Christopher Lloyd e aveva commosso tutti per l’abbraccio tenerissimo al collega e amico.
Negli anni ’80 Robert Zemekis ha creato un film fantascientifico che ha segnato un’epoca e che è diventato nel tempo oggetto di culto da parte di coloro che lo hanno visto al cinema in quegli anni, ma anche di chi, crescendo, ne ha visto le repliche in televisione per decine di volte. Stiamo parlando chiaramente di Ritorno al Futuro, trilogia che vede come protagonista un giovanissimo Michael J Fox e che oggi possiede una schiera di fan che non ha nulla da invidiare a saghe cinematografiche più celebrate, corpose e durature.
Ciò che rende divertente e inimitabile la saga creata da Zemekis e Bob Gale è la capacità di raccontare una storia leggera, ricca di azione e colpi di scena ma al contempo creare un contesto narrativo che permette di offrire un affresco della società americana dalla fine dell’800 agli anni ’80, periodo di massimo splendore economico e sociale per gli Stati Uniti d’America. L’affresco del futuro (il 2015) fatto nel secondo capitolo della pellicola è un misto di suggestioni, tra ciò che effettivamente c’era in quegli anni e ciò di cui si parlava e s’immaginava potesse esistere in futuro grazie all’evoluzione della tecnologia.
Proprio negli anni ’80 si assisteva ad un boom dei prodotti tecnologici che stava cambiando la società rapidamente e sempre in quegli anni si teorizzavano i primi progetti di robotica, le auto con pilota automatico, si diffondeva la letteratura fantascientifica in cui le auto volanti e la possibilità di squarciare il tessuto temporale per viaggiare nelle epoche storiche erano alcuni degli argomenti di base. A queste visioni fantasiose Bob Gale e Zemekis hanno aggiunto aspetti della società dell’epoca come l’evoluzione della pubblicità e degli strumenti olografici, immaginandone un’evoluzione che per fortuna non si è verificata in quel modo, ma che in un certo senso stiamo davvero vivendo.
Se da un lato, infatti, la pubblicità è diventata davvero invasiva, dall’altro ha avuto un’evoluzione all’interno dei dispositivi e non delle città in cui viviamo. Sì, le città sono tappezzate di annunci pubblicitari, ma la frontiera dell’advertise è negli smartphone e su internet. Nella visione degli autori mancava un elemento all’equazione, il boom di internet, dei pc e la creazione dei cellulari con i quali navigare in rete.
Ritorno al Futuro, un reboot della saga? L’idea di Michael J Fox fa sognare i fan del film cult
Oggi come oggi probabilmente il film più fiacco della saga, il secondo capitolo, è quello che risulta di maggiore interesse. Questo perché si può raffrontare l’idea che negli anni ’80 avevano del futuro con il modo in cui la società si è evoluta. Da decenni i fan sognano un nuovo capitolo o un reboot della saga che porti ad una nuova trilogia e sarebbe stato produttivamente possibile se non fosse che il regista, lo sceneggiatore e la Amblin hanno sempre impedito che venisse fatta un’operazione di questo genere. Per gli autori dell’opera originale, infatti, Ritorno al Futuro rimane e deve rimanere ciò che è stato, un nuovo corso non avrebbe lo stesso effetto e nemmeno lo stesso spirito dell’originale.
In una recente intervista concessa ad Entertainment Tonight, Michael J Fox ha provato ad immaginare come sarebbe un reboot della saga che lo ha reso celebre ed ha anche proposto un’idea per l’attore che dovrebbe raccogliere la sua eredità: “In realtà ho sempre pensato che se dovessero fare un film nuovo dovrebbero realizzarlo con una ragazza nei panni di Marty. C’è qualcosa nel franchise che riesce a connettere le persone su ogni livello. Sento che tornerà ancora in auge”. Un’idea sicuramente interessante e che potrebbe avere un grosso appeal per le nuove generazioni, chissà se prima o poi vedrà la luce o se resterà un sogno mai realizzato.