Il governo ha mantenuto di fatto tutti gli scivoli pensionistici già in essere, ma li ha modificati: nel caso Opzione donna spunta la variabile figli.
Molte delle misure contenute nelle bozze della Legge di Bilancio 2023 stanno facendo storcere il nato all’opposizione, ma anche a molti italiani. Ha fatto molto discutere la decisione di togliere i bonus una tantum e di sostituirli con una carta risparmio spesa che probabilmente si andrà a sostituire alla social card già in essere e che potrebbe non essere sufficiente ad aiutare tutti gli italiani bisognosi in questo periodo di inflazione. Sta facendo discutere in queste ore anche la decisione di modificare i requisti dello scivolo pensionistico voluto dalla lega. La tanto discussa Quota 100 che si era già tramutata in quota 102 e che nella bozza della Manovra è diventata Quota 103.
Per andare in pensione a 62 anni, adesso gli italiani devono aver maturato 41 anni di contributi, il che vuol dire che avrebbero dovuto cominciare a lavorare stabilmente a 21 anni. Le nuove condizioni per usufruire dello scivolo pensionistico, dunque, tagliano molti dei lavoratori che si accingono a raggiungere l’età per l’anticipo della pensione ed è anche evidente che il governo voglia in qualche modo scoraggiare i lavoratori dal prendere una simile decisione. Al vaglio infatti ci sono un paio di proposte tese a premiare chi decide di rimanere a lavorare sino alla soglia imposta dalla Legge Fornero.
La prima ipotesi è che venga concesso ai lavoratori che decidono di arrivare ai 67 anni di età, un incentivo del 10% sulla busta paga mensile. L’altra ipotesi, quella meno probabile, è che venga concessa loro una decontribuzione del 33% che equivarrebbe ad un aumento di 280 euro netti al mese per chi percepisce circa 15mila euro annui, mentre salirebbe addirittura di 690 euro al mese per chi ha già un reddito annuo di 50mila euro. Una modifica dunque che lascia poche possibilità di anticipo pensione e che mira a rendere la scelta decisamente sconveniente.
Pensioni, Opzione donna e la variabile figli: in cosa consiste e perché potrebbe non passare in parlamento
Un altro punto della riforma degli scivoli pensionistici che sta facendo discutere sono le modifiche all’Opzione Donna. La misura è stata rinnovata anche per il 2023, ma nelle bozze è emersa la possibilità che questa possa variare in base al numero dei figli avuti dalla lavoratrice nel corso della sua carriera lavorativa. L’idea di base sarebbe quella di concedere il pensionamento a 58 anni solo alle donne che hanno avuto due o più figli, a 59 anni a quelle donne che hanno avuto un solo figlio e a 60 anni a quelle donne che non hanno avuto figli. Il Ministero del lavoro avrebbe preferito che il governo lasciasse lo scivolo pensionistico com’è attualmente, ma pare che per il momento non ci sia stata una marcia indietro in tal senso.