Le offerte sull’elettronica fanno gola a molti e spesso invogliati dagli sconti o dai prezzi comparati si rischia di prendere una cantonata: fate molta attenzione a ciò che leggete.
L’anno degli appassionati di elettronica è ormai scandito dalle offerte periodiche. Fino a qualche tempo fa le offerte si limitavano al periodo natalizio e a quello pasquale, ma da quando Amazon ha scombinato i piani di tutti con offerte periodiche, ecco che le occasioni in cui le catene di elettronica promettono sconti convenientissimi si sono moltiplicate nel tempo. Con il tempo sono giunti infatti il Black Friday, il Cyber Monday, il doppio sconto Iva, il Black Friday d’estate, l’offerta di una notte di mezz’estate, quella del solstizio d’inverno e quella della befana in ritardo (alcune di quelle elencate potrebbero ancora non esistere, ndr).
Il risultato è che il consumatore medio ormai non sa come districarsi tra prezzi e offerte e difficilmente, salvo seguire il prezzo dell’oggetto di suo interesse a cadenza periodica o tramite degli appositi tracker che segnano i cambi di prezzo, riesce a comprendere se l’offerta è davvero così conveniente come la catena di negozi o il portale di vendita online fa apparire. Spesso, infatti, il prodotto viene già venduto ad un prezzo inferiore a quello originale di listino, ma durante i periodi di sconto o di offerte, il venditore ti mostra il confronto tra il pezzo di vendita originale (quello d’immissione nel mercato che con il passare del tempo la catena in questione ha già abbassato in tempi normali) con quello offerto sul momento. In questo modo la sensazione è di pagare un televisore la metà o il 60% in meno rispetto al prezzo originale, ma la verità è che la scontistica rispetto ad un altro periodo dell’anno è magari solo del 10-20%.
Offerte elettronica, perché Mediaworld è stata multata dall’Antitrust
Sebbene non sia eticamente troppo corretto, questa pratica dei negozi di elettronica non è ingannevole. Di fatto il prezzo originale del prodotto è quello mostrato e la scontistica applicata in quel momento corrisponde alla percentuale di sconto sul prezzo originale. Non c’è mica scritto che dal giorno successivo torna a costare il doppio, dunque non è un inganno nel senso proprio del termine. Questa pratica ormai è nota ed è il consumatore che deve fare attenzione ai prezzi prima del periodo delle offerte, anche perché sebbene non così marcata come appare c’è sempre un’effettiva convenienza.
Di recente Mediaworld è stata multata dall’Antitrust per aver fatto della pubblicità ingannevole. Nulla a che vedere con quanto finora scritto, in pratica la catena di elettronica pubblicizzava un prodotto al suo prezzo di mercato, ma i clienti che arrivavano allo store erano obbligati, in caso di acquisto, ad aggiungere anche il costo di qualcosa che era stato inserito in bundle con il prodotto di suo interesse. In sostanza la catena non offriva realmente il prodotto singolo, ma il bundle, dunque il prezzo alla cassa era sempre diverso e sempre più alto di quello pubblicizzato.
L’Antitrust ha ravvisato che si trattava di una pratica scorretta, poiché invogliava i clienti a recarsi allo store per prendere l’oggetto che gli interessava, per poi fargli scoprire in loco che doveva pagare per un videogioco e/o un pad in caso di acquisto di PS5 o Xbox Serie S|X, la calibrazione del televisore nel caso di acquisto di un pannello led, Qled o Oled 4k, l’aggiunta di un vetro protettivo non richiesto in caso di acquisto di smartphone.
@massimiliano.dona Perchè le offerte in #bundle sono illegali? Mai più smartphone con il vetro protettivo preistallato! #mediaworld #antitrust #consumatori ♬ suono originale – massimiliano dona