La Juventus sta cercando di riemergere dopo il tracollo in Champions League. Intanto Allegri continua ad essere contestato dai tifosi.
Per la maggior parte dei tifosi bianconeri la colpa del fallimento in Champions e dell’avvio disastroso in campionato della Juventus è tutto di Massimiliano Allegri. Sicuramente il tecnico avrà le sue colpe, ma in questi casi non c’è mai un singolo colpevole o una singola ragione da analizzare. Si è parlato spesso di un progetto tecnico poco chiaro, di tre cambi di allenatore in tre anni e quindi di filosofia e progetto. Si è parlato anche di una strategia di mercato non funzionale alla squadra e soprattutto non lungimirante, poiché volta all’arrivo di campioni già affermati invece che sulla crescita di giovani di talento acquistati o cresciuti nel vivaio. In tal senso la cessione di De Ligt, Kulusevski e Bentacour è ancora un mistero per molti tifosi, specie se poi al loro posto giungono calciatori più anziani e non di livello troppo superiore come Bremer, Kostic e Paredes.
La partita con il Benfica e quella con il Lecce hanno inoltre evidenziato come tra i giovani coltivati nel vivaio della Juventus ci siano calciatori di talento. Se Fabio Miretti lo avevamo visto già in diverse occasioni, a stupire in Champions è stato Iling Junior (esterno offensivo inglese di 19 anni), ma ha ben figurato Mathias Soulé (trequartista argentino di 19 anni di cui si dice un gran bene già da diverso tempo). Sabato in Puglia, poi, ha fatto il suo debutto con gol Nicolò Fagioli, trequartista italiano che lo scorso anno ha fatto meraviglie in Serie B con la Cremonese e che proprio sabato ha regalato tre punti fondamentali alla Juventus.
Il gol vittoria di Fagioli ha fatto emergere commenti polemici della tifoseria nei confronti di Allegri. I supporter della ‘Vecchia Signora‘ accusano Allegri di non far giocare i giovani di talento per mettere in campo giocatori di esperienza ma che non hanno nulla da dare alla causa. Un giudizio forse troppo severo e ingiusto nei confronti del tecnico che ha sempre dato spazio ai giovani in carriera, sin da quando al Milan fece diventare titolare El Shaarawy a soli 20 anni. Tuttavia l’exploit di Fagioli pone i riflettori su una riflessione importante da fare che riguarda non solo la Juve, ma tutto il nostro calcio.
Discriminazione nei confronti dei talenti italiani? Il caso Fagioli-Kvaratskhelia
Nel post partita di Lecce-Juventus, su Sky si è parlato di Fagioli e delle potenzialità di questo giovane talento italiano. Nel farlo uno degli ospiti ha chiesto a Beppe Bergomi se sapesse quando era nato il ragazzo in forza alla Juve e dopo averglielo detto, gli ha chiesto se sapesse che giorno fosse nato Kvaratskhelia (talento georgiano del Napoli che ha fatto innamorare tutti gli appassionati di calcio). A quel punto ha rivelato che entrambi sono nati il 12 febbraio del 2001, ma uno viene considerato un “Uragano”, l’altro viene considerato ancora un “Giovane”. Con questo parallelismo, il commentatore non voleva commentare il talento dei due calciatori, o dire che si Fagioli giocasse farebbe la stessa differenza di Kvara, ma che in Italia si tende a dare più fiducia ad un talento straniero che poi può rivelarsi o meno davvero fenomenale, e non si fa lo stesso con i talenti nostrani.
Il punto dunque non è se Fagioli è forte quanto Kvaraskhelia, ma perché non si punta con la stessa decisione sui talenti italiani? In questa stessa stagione abbiamo avuto la dimostrazione che non per forza un talento celebrato all’estero riesce ad emergere in Italia e che non è detto che un ragazzo italiano che ha solo un anno di Serie A ed ha mostrato solo lampi di talento non possa essere pronto per una grande squadra. Gli esempi in questione sono Charles De Ketelaere e Giacomo Raspadori. Il talento belga è unanimemente considerato un crack del calcio belga ed europeo e quando il Milan lo ha acquistato si è parlato di un rinforzo di grandissima qualità oltre che di prospettiva. Raspadori è forse il miglior talento italiano, tuttavia è stato acquistato dal Napoli per fare la riserva di Osimenh e per sicurezza è stato acquistato anche Giovanni Simeone.
Il risultato è che con l’infortunio di Osimenh, Raspadori è diventato titolare per un periodo e non l’ha fatto rimpiangere nemmeno in un singolo incontro. Il ragazzo è stato decisivo con la maglia del Napoli e con quella della Nazionale, confermando il suo talento. De Ketelaere ha invece deluso le aspettative, dimostrandosi non pronto per il nostro campionato. Questo non significa che Raspadori sia più forte di CDK, né che il belga sia stato sopravvalutato e che non possa dimostrare la sua qualità nel prosieguo del campionato o il prossimo anno, ma che molte volte si punta più sul nome esotico e i risultati non sono necessariamente migliori.
Puntare sui giovani italiani permetterebbe alle società nostrane di risparmiare in sede di mercato, poiché i talenti li costruirebbero in casa e li farebbero crescere all’interno del club, con una filosodia di gioco e di comportamento che rappresenta la squadra per cui giocano. L’impiego di giovani consentirebbe a tutto il movimento italiano di crescere e avere a disposizione più calciatori pronti ad affrontare partite di livello internazionale. Consentirebbe dunque alla nazionale di avere più scelta e una rosa più competitiva. Poi chiaramente il resto dipenderà dalle annate e dai talenti a disposizione, ma il livello medio dell’Italia rimarrebbe alto e difficilmente mancheremmo appuntamenti come il mondiale per due volte consecutive.