Il decreto legislativo del giugno 2022 sulle norme riguardanti il congedo parentale è entrato in vigore: tutte le novità a riguardo.
Il governi che hanno preceduto l’attuale hanno lavorato a delle riforme tese a facilitare la genitorialità, ad aiutare insomma i genitori a prendere la decisione di allargare la famiglia. La misura di cui si è parlato maggiormente è stata quella dell’assegno unico universale per i figli, visto che è quella che fornisce un aiuto economico costante ai genitori che vogliono avere uno o più figli, fino al compimento dei 21 anni di età del figlio. La misura è entrata in vigore a marzo 2022 ed ha ancora ha bisogno di qualche aggiustamento. Per il momento, infatti, la concessione dell’assegno unico ha erroneamente invalidato la ricezione dei 100 euro mensili previsti per quelle famiglie che hanno 4 o più figli carico in cui uno o più figli hanno superato i 21 anni di età ma rimangono a carico.
L’aiuto economico, sebbene fondamentale per le famiglie italiane, non è sufficiente ad aiutare i genitori e soprattutto a convincere le coppie ad avere figli. Per invertire l’andamento della natalità in Italia e rassicurare gli italiani sul futuro e sulla possibile sussistenza delle famiglie che vogliono creare sono necessari altri aiuti. Uno di questi è una regolamentazione migliore del congedo parentale, che obblighi le aziende private a concederlo a tutti i dipendenti (donne o uomini che siano) e che permetta anche chi non è dipendente, ma lavoratore autonomo di ricevere il congedo parentale così da non doversi preoccupare dell’assenza di retribuzione nei mesi necessari a prendersi cura della famiglia e del nuovo nato.
Il decreto legislativo del 30 giugno 2022 si occupa proprio di colmare questi vuoti alternativi. Come indicato nella circolare Inps del 30 ottobre, le misure previste dal governo su congedo parentale, maternità e congedo paternità contenute nel dl sono adesso effettive. Queste includono:
– congedo di paternità obbligatorio dei lavoratori dipendenti del settore privato;
– periodi indennizzabili di maternità delle lavoratrici autonome;
– modifica dei periodi indennizzabili di congedo parentale dei lavoratori iscritti alla Gestione Separata e dei lavoratori dipendenti del settore privato;
– riconoscimento del diritto di fruire del congedo parentale per i lavoratori autonomi.
Il decreto inserici il congedo paternità in forma obbligatoria per tutti i dipendenti privati (compresi, ad esempio lavoratori agricoli e domestici). Viene aumentato il periodo di tempo concesso con il congedo parentale che passa dai 6 mesi (+ 3 eventuali per la madre), ai 9 mesi sia per il padre che per la madre. Per la prima volta inoltre viene riconosciuto il congedo partentale anche per i lavoratori autonomi.
L’ultimo passo sarebbe creare un mercato del lavoro florido, nel quale si possa, in caso in cui non fosse possibile ottenere un posto a tempo indeterminato, trovare lavoro facilmente una volta che si è concluso quello precedente, ma per arrivare a questo ci vorrà probabilmente molto più tempo.
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