Nella Manovra di bilancio il Governo ha inserito la carta risparmio spesa come aiuto alle famiglie bisognose contro l’inflazione.
Quando il governo si è insediato tutti attendevano di capire in che modo avrebbe gestito la situazione di emergenza economica in cui si trovano milioni di italiani in questo periodo. La crisi generata dalla pandemia di Covid si è manifestata apertamente in questi mesi, periodo in cui la già difficile situazione è stata peggiorata dalle tensioni internazionali che hanno favorito un’inflazione del 12-14% su tutti i prodotti di consumo. All’inflazione va aggiunto anche l’aumento del costo dei carburanti, del gas e dell’energia elettrica, una somma di di incrementi che rischia di mettere in ginocchio l’intera Nazione.
La situazione economica degli italiani è preoccupante e lo dimostra quanto rilevato da Up Day-Tecné. Nel sondaggio è emerso che l’86% delle famiglie italiane ha tagliato le spese sull’abbigliamento, il 78% il consumo delle utenze domestiche, il 72% ha risparmiato sull’acquisto di beni alimentari e il 54% ha rinunciato alle visite mediche di routine. Il dato però più allarmante riguarda le difficoltà che stanno incontrando gli italiani, visto che il 44% delle famiglie ha subito un peggioramento delle condizioni economiche ed il 35% si trova in una situazione di emergenza compresa tra la vulnerabilità e la povertà assoluta.
Carta risparmio spesa: come funziona e chi ne ha diritto
Per quanto riguarda la crisi energetica e dunque l’aumento del costo delle bollette e della benzina, il governo attuale ha seguito la linea di quello precedente, intervenendo direttamente sul costo di acquisto (tramite il taglio di iva e accise) per mantenere bassi i costi e non fare risentire alla popolazione della situazione. Diverso è stato invece l’approccio al contrasto dell’inflazione, poiché non verranno rinnovati i bonus “Una tantum” contenuti nel decreto aiuti bis e ter, poiché considerati dall’attuale premier “Inutili”.
La soluzione individuata in un primo momento dal governo era il taglio dell’Iva sulle materie prime, cosa che è avvenuta solamente per quanto riguarda assorbenti, pannolini e biberon. Tagliare l’iva anche su tutti i prodotti di prima necessità (pane, pasta e latte) avrebbe avuto un costo troppo elevato, ma soprattutto il taglio non avrebbe garantito che i commercianti non ne avrebbero approfittato mantenendo il prezzi invariati.
Si è dunque deciso per la carta risparmio spesa, una soluzione simile alla card sociale che attualmente l’Inps concede agli over 80 e agli under 3 ogni due mesi per le spese. Resta da capire se le due carte verranno mantenute in parallelo o se l’arrivo della nuova misura sostituirà quella precedente allargando la platea di beneficiari. Da capire anche qual è la consistenza di questo bonus in termini economici, visto che si dovrebbe trattare di buoni spesa spendibili negli store aderenti all’iniziativa.
La carta risparmio spesa spetta solo a quelle famiglie il cui reddito non supera i 15mila euro annui e l’ammontare dei buoni spesa varia in base al reddito dichiarato che verrà controllato dal Ministro dell’Agricoltura di concerto con quello dell’Economia. A concedere il bonus non sarà però l’Inps, l’onere ed il compito sono stati decentrati e affidati ai singoli comuni, ai quali dunque dovrà dunque essere richiesto.