Se vi siete mai chiesti se Alexa vi spiasse mentre parlate, la risposta è sì e lo fa per Amazon. Lo studio che lascia sotto shock.
Quante volte vi sarà capitato di scherzare con i vostri amici e parenti sul fatto che “i telefoni ci spiano” e ci ascoltano mentre parliamo. Magari vi è persino capitato di nominare un prodotto in una conversazione e di ritrovarvelo tra le pubblicità su Internet e come consiglio d’acquisto Amazon il giorno successivo. Bene, uno studio americano conferma che non siete pazzi e nemmeno paranoici. I dispositivi come Alexa, infatti, prendonon effettivamente i dati dell’utente e lo fanno per Amazon. Ma com’è possibile?
Sembra la trama di un film futurista non proprio dalle tinte rosee o semplicemente una puntata di Black Mirror, eppure è la realtà dei fatti. Se anche voi avete acquistato Alexa o dispositivi simili – come Google Home – e ci parlate abitualmente per sapere il tempo, per farvi mettere quella canzone su Spotify o per conoscere il significato di quella parola che non sapevate, beh, non è l’unico modo con cui loro vivono nella vostra casa. Vi spiano!
È molto recente lo studio americano che ha confermato le paure dei più diffidenti alla tecnologia: i dispositivi come Alexa e Amazon Echo usano effettivamente i dati, o almeno, ciò che diciamo durante le interazioni con loro, per creare degli annunci più mirati e preparare per voi pubblicità e inserzioni che vanno sul sicuro. Se avete chiesto ad Alexa a quanto ammonta il prezzo medio dell’ultimo modello di aspirapolvere wireless, potete stare certi che il giorno dopo vi ritroverete le migliori offerte per aspirapolveri wireless sul mercato ovunque, perché a quel punto gli inserzionisti sanno di poter catturare la vostra attenzione molto più facilmente.
Niente di illegale in questo, ovviamente. Amazon Echo, Alexa o Google Home non diffondono i vostri dati personali agli inserzionisti o a chi ne ha bisogno, soltanto registrano ciò che dite e aggiustano magari il tiro per spot e pubblicità in base alla vostra età, nazionalità e interessi. Una targetizzazione ad hoc, che permette agli inserzionisti di avere vita molto più facile.
Amazon si difende a spada tratta tuttavia, dicendo che questo studio americano si basa troppo su speculazioni imprecise riguardo i dispositivi e che in realtà non c’è nessun interesse da parte dell’azienda a vendere i dati degli utenti. E voi, a chi credete?
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