La celebrità, il successo, la ribalta dello spettacolo hanno i loro pro e i loro contro. Pier Paolo Spollon, tra i più quotati giovani attori emergenti, lo sta imparando a caro prezzo.
Uno, nessuno e centomila. La stringata ma efficacissima massima pirandelliana vale anche per certe stortura del mondo dei social. Vedere una delle ultime “storie” sul profilo Instagram di Pier Paolo Spollon per credere.
L’incubo social di Pier Paolo Spollon
Pier Paolo Spollon è stato ancora una volta vittima di un fenomeno assai comune tra i vip ai tempi dei social: il proliferare di profili fake. “Anche stavolta… NON sono io – scrive l’attore -. Segnalate l’account, please. Grazie”: così scrive l’attore in una “comunicazione di servizio” che, per quanto seria, non rinuncia a un pizzico di ironia, con lui che simpaticamente tende le braccia in segno di “alt”.
Pier Paolo Spollon, per la cronaca, è un attore che ha iniziato a recitare a soli 18 anni e che ha raggiunto la fama grazie alla partecipazione nel 2011 alla serie “Che Dio ci aiuti”, con protagonisti molti attori di vaglia tra cui anche Elena Sofia Ricci. Nella serie il Nostro ha prestato la voce e il volto a Emiliano, personaggio grazie al quale ha potuto dimostrare il grande talento di cui è dotato.
Non a caso la partecipazione a quella serie gli ha assicurato grande popolarità, di cui lui ha poi fatto tesoro anche sfruttando il canale dei social. Sulla sua pagina Instagram, tanto per rendere l’idea, Spollon conta ben 200mila follower. Proprio lì ha appena lanciato un altro importantissimo messaggio, per denunciare la grave situazione in cui versa attualmente il mondo dello spettacolo, dove gli effetti della pandemia hanno comportato enormi problemi a livello sanitario e psicologico oltre che economico, con diverse aziende che sono state costrette a chiudere e moltissimi lavoratori in condizioni disperate.
“Le lavoratrici e i lavoratori del mondo dello spettacolo – ha affermato Spollon – sono tra quelli che hanno maggiormente subito gli effetti devastanti della pandemia sul lavoro” e “si appellano affinché vengano sbloccate le risorse necessarie a garantire la sopravvivenza di migliaia di persone”. La speranza è che qualcuno gli dia ascolto…