La consulta ha ribaltato la decisione della Corte di Cassazione sull’Imu, giudicando incostituzionali le leggi sull’Imu relative al coniuge.
Il pagamento dell’Imu, imposta sul possesso della casa, è da sempre argomento dibattuto in politica. In passato la tassa è stata inserita per un breve periodo anche per la prima casa, ma già da diversi anni il pagamento dell’imposta è obbligatorio solo per quei cittadini che possiedono più di un appartamento. Tra i cambiamenti legislativi fatti negli ultimi anni ci sono state delle leggi relative al possesso di due case nel nucleo familiare. Se infatti originariamente era considerata prima casa anche un secondo appartamento in cui uno dei coniugi era costretto a vivere per ragioni lavorative, adesso i coniugi erano costretti a pagare l’Imu su uno dei due appartamenti. Tale misura era stata presa in considerazione del fatto che alcuni si approfittavano della legge per fare passare la casa per le vacanze in località di mare o montagna, come prima casa.
Sull’argomento ci sono state molte discussioni, specialmente in ambito giurisprudenziale, dove per anni si è dibattuto sulla legittimità costituzionale della nuova regola. Alla fine la Corte di Cassazione aveva approvato la nuova regola giudicandola una misura anti elusiva, ovvero finalizzata ad evitare delle frodi fiscali. La decisione della Cassazione aveva portato alla creazione di una nuova regola nell’ottobre del 2021, secondo la quale i due coniugi dovevano decidere quale delle due case identificare come abitazione primaria e quale come secondaria.
Imu, la Consulta ribalta tutto: esentati i coniugi che sono costretti ad abitare in comuni diversi
Con una sentenza pronunciata nella giornata di ieri, la Consulta ha ribaltato la sentenza della Cassazione e permesso l’esenzione dell’Imu ai coniugi che sono costretti ad avere due abitazioni per ragioni lavorative. Di fatto, dunque, marito e moglie che a causa del lavoro possiedono due case in due comuni differenti sono esentati adesso dal pagamento dell’Imu per entrambe le case. Spiegando le ragioni di questa pronuncia, la Consulta ha spiegato che le leggi promulgate nell’ultimo periodo a riguardo sono anticostituzionali. I giudici hanno inoltre spiegato che il Fisco non può diventare nemico della famiglia solo per punire chi si approfitta della legge.
Impedire ai coniugi che hanno bisogno di un secondo appartamento, secondo i giudici è anticostituzionale perché nella costituzione si legge che la famiglia non va solo tutelata ma anche agevolata economicamente. Costringendo il pagamento dell’Imu in tale situazione, invece, si danneggia la famiglia e si favoriscono le coppie di fatto, le quali non pagano l’imposta perché non risultano legamente un nucleo familiare. La consulta dunque impone ai singoli comuni il compito di controllare se effettivamente le due abitazioni sono utilizzate nel corso dell’anno o se si tratta di un tentativo di frode per non pagare l’imposta.