La firma digitale è uno strumento sempre più diffuso, ma ancora poco conosciuto: in cosa consiste, come funziona e perché adottarla.
Il passaggio dall’analogico al digitale è ormai quasi del tutto complicato. L’arrivo di internet e di possibilità di snellimento di tanti processi prima solo manuali è grosso passo avanti per la nostra società sotto diversi punti di vita. In primo luogo il passaggio dal cartaceo al digitale ha permesso di ridurre il consumo eccessivo di carta e dunque dato vita ad un sistema ecologicamente più rispettoso dell’ambiente in cui viviamo.
La possibilità inoltre di compilare moduli e documentazioni online ha ridotto i tempi necessari all’avvio di una pratica, all’iscrizione ad un corso, all’ottenimento di un posto di lavoro. Non essendo infatti necessario recarsi fisicamente nel luogo preposto, l’utente, il lavoratore o lo studente risparmiano i tempi di spostamento e quelli di attesa tipici degli uffici. Avere archivi online ha inoltre snellito la burocrazia, permesso a chi lavora in questo settore di avere delle grafiche aggiornate e comprensive di tutto che facilitano il lavoro di ricerca e compilazione, rendendo il tutto più facile e rapido.
In un simile contesto era necessario anche snellire e velocizzare la fase di conclusione e sottoscrizione di un contratto, fosse esso lavorativo, di prestazione di servizi o di acquisto. Fino a qualche tempo fa, infatti, era necessario scaricare il documento, apporre una firma, scannerizzare il documento firmato e inviarlo via mail al contraente, all’azienda e così via. Questa procedura farraginosa è oggi possibile sostituirla con la firma digitale, uno strumento di verifica e certificazione che sostituisce la firma tradizionale ai documenti.
Firma digitale, cos’è e come funziona: i miti da sfatare
Come ogni nuovo strumento, anche per la diffusione della firma digitale oggi ci sono alcune difficoltà, legate soprattutto alla diffidenza degli utenti ad utilizzare questo strumento. Una diffidenza che non nasce dal rischio che la firma digitale non sia sicura, ma che risiede soprattutto nell’abitudinarietà e dunque nella caratteristica tutta umana di non voler cambiare qualcosa che conoscono per qualcosa di diverso. La sicurezza della firma digitale è legata a due fattori: la firma elettronica e la crittografia asimmetrica. La firma elettronica è una serie di dati atti a certificare l’identità del soggetto contraente e finalizzata a sostituire la firma in presenza. La crittografia asimmetrica, invece, si configura nella verifica tramite due codici – uno privato in possesso solo del firmatario e uno pubblico in possesso dell’azienda (una sorta di verifica in due passaggi) – della legittimità del contratto che si sta stipulando.
Un’altra cosa da chiarire è che la firma digitale non corrisponde alla firma scansionata e dunque non corrisponde ad un simbolo grafico in cui appaiono nome e cognome del firmatario, bensì questa è generalmente invisibile. La firma scansionata non è altro che una firma classica che viene tramutata in file digitale. Questo fa sì che la firma scansionata sia meno sicura di quella digitale, visto che una volta scansionata la firma può essere riprodotta tramite appositi programmi da chiunque. C’è chi ritiene inoltre che la firma digitale non abbia valore legale, ma non è così: i protocolli che attestano la bontà della soluzione tecnica e l’identificazione certa del firmatario la rendono valida legalmente come la firma su carta. Ovviamente non è necessario apporre la firma digitale in presenza, visto che serve proprio per permettere la sottoscrizione di contratti da remoto e l’identificazione del firmatario viene fatta come spiegato poco sopra.