La Juventus è ufficialmente fuori dalla Champions League dopo la sconfitta con il Benfica: l’annuncio sull’esonero di Massimiliano Allegri.
Ieri sera a Lisbona la Juventus era chiamata ad una prova di orgoglio, ad un’impresa sportiva che avrebbe potuto riaprire il discorso qualificazione agli ottavi di Champions League, contro una squadra decisamente forte, una delle tre in Europa a non aver mai perso una partita dall’inizio della stagione. Insomma Massimiliano Allegri era chiamato a compiere un’impresa titanica e l’andamento delle ultime partite di campionato aveva fornito alcune buone indicazioni per poter sperare che qualcosa fosse davvero cambiato, ma così non è stato.
Convinzione che è durata appena 2 minuti, visto che sul primo ribaltamento di fronte un’ingenuità di Cuadrado offre un rigore al Benfica, poi trasformato da Joao Mario. Siamo al 27′, i padroni di casa, sulle ali dell’entusiasmo, schiacciano gli avversari nella propria area di rigore e trovano il 3-1 con una stupenda azione di Rafa Silva in combinazione con Joao Mario. I portoghesi segnano il 4-1 ad inizio ripresa e sfiorano il gol del 5-1 in almeno tre occasioni, la Juventus è assente dal campo e lo rimmarrà dino al 76′ circa, quando il neo entrato Iling Junior metterà un cross preciso in mezzo per Milik, il quale, lasciato solo dalla difesa avversaria, metterà in porta il pallone del 4-2. Poco dopo arriva anche il gol del 4-3, sempre su cross di Iling, ma questa volta dopo una serie di batti e ribatti.
Paradossalmente la Juve trova forza, orgoglio e coraggio nel finale di partita e rischia persino di trovare il 4-4 con il giovane argentino Soulé, sempre servito da un ispirato Iling. Il Benfica però corre ai ripari mettendo forze fresche e risistemandosi tatticamente per gestire meglio l’incontro. Il risultato quindi non cambierà più, i portoghesi conquistano l’accesso agli ottavi e la Juventus viene tagliata fuori rimanendo a soli 3 punti in 5 giornate, che corrispondono a 4 sconfitte su 5 cinque partite giocate. Un ruolino di marcia impietoso, anche considerando il fatto che sia il Benfica che il Maccabi erano alla portata di questa squadra.
Ciò che emerge dall’andamento della partita è che ancora una volta Massimiliano Allegri ha sbagliato l’approccio alla partita, scegliendo una tattica rinunciataria allo scopo di colpire l’avversario sulle ripartenze. L’unico schema offensivo visto in tutto l’incontro – anche corretto viste le difficoltà di Bah in fase di non possesso – è stato il cambio campo verso l’esterno sinistro per poi sfruttare l’uno contro uno ed il successivo suggerimento per le punte Vlahovic e Kean. Anche i gol sul finale di partita sono arrivati da questo schema d’attacco e dalla capacità dell’esterno di turno – il neo entrato Iling – di saltare il diretto avversario e mettere palla in mezzo.
Che fosse preparata così la partita lo ha fatto capire lo stesso tecnico a fine gara, quando ha spiegato ai microfoni di Mediaset che il piano era quello di tenere in equilibrio la partita per poi cercare l’affondo nella seconda metà di gara. Il problema è stato che il pressing alto del Benfica ha creato problemi e permesso ai portoghesi di recuperare palloni sanguinosi, ma anche costretto e portato i difensori juventini (vedi Bonucci sul quarto gol) a forzare la giocata e sbagliare. I 20 minuti finali non solo non sono sufficienti a rivalutare la prestazione generale, ma non indicano assolutamente nulla. Allegri non ha fatto le mosse giuste, ha messo in campo dei ragazzini per fare rifiatare i titolari e non rischiarli in vista dei prossimi appuntamenti.
Tutto troppo casuale e giustamente inaccettabile per i tifosi della Juventus, costretti a dire addio alla massima competizione europea ancora prima che finisca il girone, con lo spettro di uscire persino dall’Europa League settimana prossima. A meno di miracoli appare complicato che questa squadra riesca a battere il PSG e non è così assodato che il Benfica riesca a vincere contro il Maccabi fuori casa. Se dovesse arrivare la quinta sconfitta, dunque, c’è il rischio che la Juventus completi il girone come ultima e abbandoni l’Europa calcistica almeno fino alla prossima stagione, il che sarebbe un fallimento colossale.
Agnelli al momento ha confermato nuovamente il tecnico, dicendo che l’esonero è qualcosa a cui non pensa almeno fino a fine stagione, ma la verità è che i due mesi di pausa potrebbero indurre la società a prendere una scelta differente. Un nuovo tecnico, infatti, avrebbe la possibilità di lavorare con chi non parte per i mondiali, creare un’identità di squadra e di gioco, al fine di giocare una seconda parte di stagione con spirito, gioco e risultati differenti. Qualora Agnelli prendesse questa decisione, Allegri rimarrebbe in ogni caso a libro paga per due anni e mezzo e la Juventus dovrebbe corrispondergli 21 milioni di euro. A questi andrebbero aggiunti quelli necessari a pagare l’ingaggio all’allenatore che ne prenderà il posto e quelli persi per la mancata qualificazione agli ottavi. Un bilancio tutt’altro che positivo per una stagione che appare compromessa già ad ottobre.
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