Il quiz show di Rai Uno, Reazione a Catena, è spesso criticato ultimamente. Dopo l’ennesima bufera è intervenuto il conduttore Marco Liorni per chiarire una volta per tutte cosa succede a telecamere spente.
La lunga cavalcata di Marco Liorni alla conduzione di Reazione a Catena giungerà al termine domenica 30 ottobre. Quest’anno il conduttore ha ricevuto il regalo di poter condurre per un mese e mezzo in più ed ha sfruttato appieno la possibiltà concessa dalla Rai. Il quiz show ha infatti fatto registrare ascolti da capogiro, battendo giorno dopo giorno la concorrenza di ‘Caduta Libera‘ – quiz show di Canale 5 – e facendo registrare in alcune puntate picchi di share del 30% che gli hanno permesso di battere qualsiasi altro programma della tv generalista negli ascolti di giornata.
Intervistato da ‘Tv, Sorrisi e Canzoni‘, Marco Liorni ha preso con leggerezza le critiche ed ha risposto con serenità a tutte le domande che gli sono state poste, chiarendo una volta per tutte che le impressioni del pubblico sono sbagliate e che in realtà tutto procede nella maniera più corretta possibile. La percezione del pubblico, infatti, è legata al fatto che le puntate siano registrate invece di andare in onda in diretta. Una scelta compiuta più per convenienza che per altro, visto che in questo modo in una giornata possono essere registrate più puntate e il lavoro può essere concentrato.
La prima curiosità che il conduttore di Reazione a Catena ha sciolto è quella riguardante le scene tagliate, sulle quali ha raccontato un divertente retroscena: ” In una puntata è capitato che nella parola ‘foga’ si sbagliasse una vocale e lì, oltre a tagliare la scena, abbiamo aspettato che i concorrenti, il pubblico e noi smettessimo di ridere”. Insomma nessun mistero o mistificazione, semplicemente è stata presa la scelta di cancellare alcune scene non adatte alla fascia oraria o umilianti per il concorrente di turno.
Pe quanto riguarda la polemica sui “ganci fantasiosi“, Marco Liorni spiega che non c’è nulla di inventato: “I ‘Ganci’ sono tutti verificati, gli autori fanno controlli incrociati con enciclopedie, dizionari, manuali e altri mezzi; è chiaro che alcuni sono difficili ma è anche questione di fortuna o se il concorrente conosce o meno certi modi di dire e certi riferimenti”. Il conduttore si è infine soffermato sull’apparente altalena di difficoltà del gioco finale, sul quale ha dichiarato: “Mi fa sorridere. C’è un notaio che ha già tutto scritto prima della puntata, nessuno si può avvantaggiare. Del resto ci sono in palio soldi pubblici e bisogna essere attenti”.
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